Chiuso in stanza con il Covid per 16 giorni durante la vacanza-incubo a Malta. Alessandro è ritornato a casa

Chiuso in stanza con il Covid per 16 giorni durante la vacanza-incubo a Malta. Alessandro è ritornato a casa
PORTO SANT’ELPIDIO -  E’ finita dopo 21 giorni, di cui 16 in una stanza d’albergo, la vacanza di Alessandro Federici a Malta, che il Covid ha trasformato in...

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PORTO SANT’ELPIDIO -  E’ finita dopo 21 giorni, di cui 16 in una stanza d’albergo, la vacanza di Alessandro Federici a Malta, che il Covid ha trasformato in un incubo. Il ragazzo di Porto Sant’Elpidio, fresco di maturità, era partito per un soggiorno a Saint Julian, meta gettonatissima tra i giovani.

 

Ma il divertimento è durato pochissimo, perchè al primo weekend ha avvertito mal di gola e febbre. Il tampone, impietoso, ha confermato la positività al virus. Così, il diciannovenne è rimasto isolato in una stanza d’albergo, separato anche dall’amico con cui era partito che, negativo al test, ha fatto ritorno a casa.


Sono stati lunghissimi giorni in una stanza d’albergo, la madre Marica ed il padre Gianluca hanno mobilitato le istituzioni e l’ambasciata, hanno fatto recapitare per via aerea un saturimetro ed i farmaci necessari per curarsi in autonomia. Sono servite più di due settimane, fino a quando un tampone ha dato esito negativo, per consentire a Federici di risalire su un aereo e sbarcare ieri all’aeroporto d’Abruzzo a Pescara, per riabbracciare la famiglia e fare ritorno a casa.

Un grande sospiro di sollievo per i suoi cari, ma anche l’amarezza per il senso di abbandono vissuto da Alessandro, che la madre Marica ha denunciato. L’avvocato Andrea Agostini, che assiste i Federici, ha anche inviato una formale diffida al Ministero degli esteri per chiedere assistenza sanitaria al ragazzo. «Sono ancora incredula - commenta la donna - che nonostante la malattia sia stata sintomatica ed evidente, non si sia riusciti a far visitare Alessandro da un medico. Non è giusto nemmeno che a fare la differenza sia il motivo del viaggio. Domenica scorsa sono stati riportati a casa dei ragazzi, un intero aereo di positivi, per motivi di studio. Mio figlio era partito per motivi di svago ed è stato discriminato, eppure anche lui proveniva dallo stesso Paese ed ha avuto la stessa malattia degli altri. Mi complimento con chi ha deciso che un ragazzo di 19 anni in vacanza per festeggiare la maturità dopo due anni difficili e di privazioni, dovesse arrangiarsi su tutto. Questa esperienza lo ha reso più forte, abbiamo capito insieme che l’equilibrio lo trovi se resti calmo in una situazione di panico».

 

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Corriere Adriatico