Porto Sant'Elpidio, "varechina a Kyenge" Fdi in campo, il consigliere si scusa

Diomedi ieri tra i vertici di Fratelli d'Italia
PORTO SANT'ELPIDIO - ​Scuse formali e giustificazioni per "uno sfogo rabbioso e parole stupide". Oggi il consigliere...

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PORTO SANT'ELPIDIO - ​Scuse formali e giustificazioni per "uno sfogo rabbioso e parole stupide".


Oggi il consigliere comunale di Fratelli d'Italia Antonesio Diomedi ha chiesto scusa per il post su Facebook in cui aveva invocato una "raccolta di firme" contro l'ex ministro Cecile Kyenge "per bruciarla viva in piazza dopo averla impalata...Varichinizziamola!". Parole scritte dopo che Kynge aveva invitato a "non etnicizzare il delitto compiuto da un ivoriano nei confronti della coppia di anziani siciliani a Palagonia.







"Le scuse in primis vanno all'ex ministro e a tutti coloro che si sono sentiti offesi dal linguaggio scurrile e violento che ho utilizzato per commentare un fatto nazionale" ha detto Diomedi. "Mi vergogno per quello che ho scritto, ho dato sfogo alla rabbia, ma certo non volevo essere razzista". Il consigliere però non si dimetterà. "Non può uscire dal gruppo di Fdi - ha spiegato il coordinatore regionale del movimento Carlo Ciccioli - perchè non si è mai iscritto, ed è stato indicato in sostituzione di un consigliere dimissionario".



A quanto si sa, Diomedi costituirà un gruppo indipendente, "La Destra civica". Per Ciccioli quelle rivolte a Kyenge "sono state parole maldestre e sbagliate, una provocazione. La questione si

sintetizza nel binomio polverone-sostanza: il polverone è quello della polemica, ma la sostanza è l'aver dato voce ad una rabbia che esiste, ed è legata all'immigrazione come problema sociale, un dramma per gli italiani dal punto di vista degli equilibri sociali. Ogni giorno ci sono migliaia di persone che fanno bottino con una rapina,

un borseggio, magari un omicidio".



Ciccioli è uno psichiatra del servizio sanitario nazionale: "Metà dei nostri servizi - sostiene - lavora per immigrati che diventano spacciatori, tossici senza aver mai conosciuto la droga, manovalanza della criminalità organizzata. E se poi si mettono con donne italiane spesso scoppia la tragedia, botte e coltellate. Siamo all'immigrazione senza educazione: non si può accogliere tutti". Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico