PORTO SAN GIORGIO - «Per me è stato un tentato omicidio. Mio marito poteva morire. Lui è una persona robusta, uno che sa difendersi e in passato ha sempre...
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L’incidente è avvenuto intorno alle 3,30 della notte di Ferragosto sulla Statale 16 Adriatica di Porto San Giorgio, nella zona Sud, nel pressi dell’area di servizio Eni. La giovane era in sella a una bicicletta e in compagnia di un’amica quando è stata investita dal furgone condotto da F.G., 52 anni, residente in un paesino del Fermano. «Non so cosa sia accaduto - racconta la moglie dell’uomo - forse una distrazione, un po’ di stanchezza visto che mio marito lavora nei mercatini e stava tornando a casa dopo una serata impegnativa a Porto Sant’Elpidio».
Fatto sta che l’uomo ha colpito per errore la bicicletta e la ragazza è caduta a terra dopo un volo di diversi metri. L’automobilista, padre di due figli, nonostante lo choc, si è subito fermato a prestare soccorso. Ha chiamato l’ambulanza, poi ha avvisato la moglie che lo stava aspettando a Pedaso e si è prodigato per come ha potuto per dare una mano. L’amica della giovane investita ha nel frattempo avvisato il fidanzato che nel giro di pochi minuti è piombato sul posto con uno scooter.
«Il giovane era molto agitato e si è scagliato contro i presenti e il personale medico, chiedendo a più riprese chi fosse stato a causare l’incidente. Una volta individuato mio marito - racconta ancora la moglie dell’uomo - ha iniziato a prenderlo a calci, spinte, colpi in faccia, senza pietà alcuna». Una volta scaricata la sua rabbia il ragazzo si è allontanato. «L’abbiamo rivisto al Pronto soccorso, poco dopo», racconta la donna. L’automobilista, a terra, è stato soccorso da una seconda ambulanza. A distanza di tre giorni dall’accaduto è ancora ricoverato al Murri, con lesioni gravi tanto che l’indagine è partita d’ufficio. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico