Porto San Giorgio, picchiato dopo
l'incidente, ha rischiato di morire

Una foto scattata subito dopo l'incidente
Una foto scattata subito dopo l'incidente
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Giovedì 18 Agosto 2016, 09:51 - Ultimo aggiornamento: 09:52
PORTO SAN GIORGIO - «Per me è stato un tentato omicidio. Mio marito poteva morire. Lui è una persona robusta, uno che sa difendersi e in passato ha sempre fatto sport. Se non fosse stato così...». Non termina la frase ma è chiarissimo che se non fosse stato così non sarebbe finita con tre costole rotte, un versamento della pleura e trenta giorni di prognosi che non sono comunque di certo pochi. Non sarebbe finita con un ricovero in ospedale che ancora non si è concluso (e chissà per quanti giorni ancora andrà avanti) ma poteva scapparci il morto. L’automobilista pestato a sangue dal fidanzato di una ragazza che aveva involontariamente investito poco prima, giace ancora in un letto dell’ospedale Murri di Fermo. Lei, la ragazza vittima dell’incidente, dopo le cure prestate dal Pronto soccorso, è già stata dimessa.

L’incidente è avvenuto intorno alle 3,30 della notte di Ferragosto sulla Statale 16 Adriatica di Porto San Giorgio, nella zona Sud, nel pressi dell’area di servizio Eni. La giovane era in sella a una bicicletta e in compagnia di un’amica quando è stata investita dal furgone condotto da F.G., 52 anni, residente in un paesino del Fermano. «Non so cosa sia accaduto - racconta la moglie dell’uomo - forse una distrazione, un po’ di stanchezza visto che mio marito lavora nei mercatini e stava tornando a casa dopo una serata impegnativa a Porto Sant’Elpidio».

Fatto sta che l’uomo ha colpito per errore la bicicletta e la ragazza è caduta a terra dopo un volo di diversi metri. L’automobilista, padre di due figli, nonostante lo choc, si è subito fermato a prestare soccorso. Ha chiamato l’ambulanza, poi ha avvisato la moglie che lo stava aspettando a Pedaso e si è prodigato per come ha potuto per dare una mano. L’amica della giovane investita ha nel frattempo avvisato il fidanzato che nel giro di pochi minuti è piombato sul posto con uno scooter.

«Il giovane era molto agitato e si è scagliato contro i presenti e il personale medico, chiedendo a più riprese chi fosse stato a causare l’incidente. Una volta individuato mio marito - racconta ancora la moglie dell’uomo - ha iniziato a prenderlo a calci, spinte, colpi in faccia, senza pietà alcuna». Una volta scaricata la sua rabbia il ragazzo si è allontanato. «L’abbiamo rivisto al Pronto soccorso, poco dopo», racconta la donna. L’automobilista, a terra, è stato soccorso da una seconda ambulanza. A distanza di tre giorni dall’accaduto è ancora ricoverato al Murri, con lesioni gravi tanto che l’indagine è partita d’ufficio. 
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