La morte di Duilio Pazzi, ieri l'autopsia Indagini serrate della magistratura

La morte di Duilio Pazzi, ieri l'autopsia Indagini serrate della magistratura
PORTO SAN GIORGIO - Ieri mattina la Procura della Repubblica di Fermo ha fatto eseguire l'autopsia sulla salma di Duilio Pazzi. Gli inquirenti stanno, dunque, raccogliendo...

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PORTO SAN GIORGIO - Ieri mattina la Procura della Repubblica di Fermo ha fatto eseguire l'autopsia sulla salma di Duilio Pazzi. Gli inquirenti stanno, dunque, raccogliendo quanti più elementi possibili per fare luce su un suicidio sempre più dalle tinte fosche. Per la Procura tutto ruota, infatti, intorno alle ultime 24-48 ore di vita di Duilio Pazzi. Si cerca di arrivare alle cause che avrebbero spinto l'uomo a suicidarsi martedì impiccandosi nel vivaio di famiglia. Per la magistratura, che comunque non tralascia nessuna pista, il caso è seguito passo passo dal procuratore della Repubblica Domenico Seccia, è più che probabile che la morte del 42enne, sulla cui natura si avrà certezza solo all'esito dell'esame autoptico, sia da ricollegare alle pressioni della banda, dedita all'usura, al riciclaggio e al gioco d'azzardo, decapitata di recente dalla Guardia di Finanza con l'operazione "Green table" e su cui le indagini delle Fiamme Gialle sono ancora in corso.


Il caso è seguito anche dai carabinieri, primi ad arrivare sul luogo della tragedia martedì pomeriggio. I militari dell'Arma hanno anche sequestrato la corda con cui Pazzi si è impiccato e un bigliettino che l'uomo ha scritto poco prima di togliersi la vita e in cui ha chiesto scusa ai suoi cari per l'estremo gesto.


La morte del sangiorgese, dunque, potrebbe anche essere il drammatico epilogo delle pressioni della gang. Gli inquirenti stanno, infatti, anche cercando di identificare gli uomini che, pochi giorni prima di martedì, hanno fatto irruzione nel vivaio minacciando Pazzi con un'arma, forse una pistola. Chi erano? Cosa volevano? Il sospetto è che possa trattarsi dei complici della banda già finita in manette alcune settimane fa. D’altronde Duilio Pazzi non aveva fatto mistero con gli inquirenti di quell’episodio. Aveva confidato loro tutte le sue paure e quelle minacce subito. La svolta di martedì è stata inaspettata e drammatica. E’ per questo motivo la procura vuole fare presto. E individuare i componenti del gruppo che la scorsa settimana ha minacciato Pazzi. Per evitare che facciano ancora del male. Per consegnarli alla giustizia. Per dare quelle risposte che adesso la città, che a Duilio voleva un gran bene, chiede. In queste ore gli investigatori hanno anche passato al setaccio gli ultimi contatti di Pazzi, dal telefono cellulare alla sua auto, una Mazda 3, ancora parcheggiata nel piazzale davanti al vivaio. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico