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PORTO SAN GIORGIO - La chiesa di San Giorgio si è riempita di bambini del catechismo per accogliere Guido Bertolaso, invitato da don Mario Lusek. In prima fila anche il sindaco Valerio Vesprini, il consigliere regionale Marco Marinangeli e la nipote consigliera comunale Giulia Marinangeli, il consigliere comunale Giuseppe Maccarrone e Saturnino Di Ruscio. Bertolaso è stato chiamato a raccontare la sua esperienza di vita ai più piccoli.
La carriera
Già direttore del Dipartimento di Protezione civile, è stato anche commissario straordinario per il terremoto de L’Aquila e consulente per le Marche, nel 2020, per l’emergenza Covid. Gli incontri della catechesi sono partiti alle 15.30. Come spiegato da don Mario Lusek, il leit motiv dell’incontro è legato ai racconti di vita vissuta attraverso la figura di Bertolaso. «Mi è stato chiesto di venire a parlare a Porto San Giorgio - ha esordito Bertolaso - ma non mi era stato detto che mi sarei rivolto alla gioventù, che è cosa ben diversa.
Le abitazioni
Poi ha mostrato loro le immagini delle loro case che sono capanne, le condizioni igienico sanitarie precarie in cui sono costretti a vivere e lo spauracchio di una delle malattie più diffuse, la malaria. «Con i volontari della Protezione civile - ha spiegato - abbiamo anche costruito un ponte e adesso la gente attraversa il fiume anche quando ci sono le grandi piogge». Bertolaso è andato avanti a mostrare loro le foto sullo screening effettuato per verificare se la popolazione fosse stata colpita dalla malaria, le trasfusioni grazie alle quali - in certi casi - sono riusciti a salvare vite umane, e poi ancora i giocattoli semplici e costruiti artigianalmente con scatole di sardine e tappi di bottiglie.
Le attività
Ha mostrato anche una bella carrellata di attività in Sudan e ha ricordato che «quando si parla di Protezione civile c’è una squadra straordinaria della quale fanno parte anche le autorità, militari e sindaci». Poi ha toccato l’argomento del rischio sismico, ricordando che «abbiamo costruito case antisismiche e case di legno. In questa cartina ci sono tutte le scuole che abbiamo ricostruito a L’Aquila. Sono state 32 le scuole ricostruite, 55 le scuole in muratura ristrutturate. Lì i fatti dicono che la popolazione dopo la tragedia del 2009 non ha mai lasciato la propria città dopo il terremoto: gli studenti sono rimasti, così come le famiglie del posto». Per finire, nell’excursus non poteva mancare l’esperienza del Covid Hospital, costruito in 15 giorni a Civitanova e dotato di 42 letti. Don Lusek lo ha ringraziato e ha dato appuntamento a tutti i ragazzi a sabato prossimo, sempre alle 15.30, «ancora una volta tutti insieme». In chiusura, anche i saluti del sindaco Vesprini: «In bocca al lupo e buona avventura».
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Corriere Adriatico