Carabinieri uccisi, anche il figlio per l’omaggio all'appuntato Alfredo Beni

La cerimonia per ricordare Alfredo Beni
PORTO SAN GIORGIO  - A 44 anni di distanza dai fatti di sangue dove perse la vita l’appuntato Alfredo Beni, in servizio alla compagnia di Fermo, i carabinieri hanno...

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PORTO SAN GIORGIO  - A 44 anni di distanza dai fatti di sangue dove perse la vita l’appuntato Alfredo Beni, in servizio alla compagnia di Fermo, i carabinieri hanno reso omaggio alla memoria del militare con la deposizione di una corona d’alloro al cippo nella piazza a lui intitolata.

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Presenti il prefetto Vincenza Filippi, il generale medaglia d’oro al valor militare, ora in congedo, Rosario Aiosa, all’epoca dei fatti comandante della compagnia di Fermo che rimase gravemente ferito nel corso del conflitto a fuoco, il comandante della Legione Marche, generale di brigata Fabiano Salticchioli, il comandante provinciale colonnello Antonio Marinucci, il sindaco di Porto San Giorgio, Nicola Loira, l’ispettore regionale Marche, gen. B. Tito Baldo Honorati, con una rappresentanza dell’Arma in congedo, nonché il figlio di Beni. Nella notte del 18 maggio 1977, prima a Porto San Giorgio e, poco dopo, a Civitanova, 6 criminali, alcuni dei quali pluriomicidi ed evasi, intercettati dai carabinieri, avevano ucciso due militari, Beni e il maresciallo Sergio Piermanni.


Dei 6 malviventi, 4 restarono uccisi e due vennero arrestati. «La democrazia ha retto e si è difesa attraverso sacrifici come quello di Beni – ha detto Loira – arginando negli anni duri la spinta eversiva del terrorismo e delle organizzazioni criminali». 

 

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Corriere Adriatico