Spray urticante al palas di Pedaso, verifiche su una bomboletta sospetta. I vandali del basket sono braccati

Spray urticante al palas di Pedaso, verifiche su una bomboletta sospetta. Caccia ai teppisti con le telecamere
PEDASO - Spray al peperoncino spruzzato nei bagni prima della partita. Sul fatto, avvenuto sabato sera al palazzetto di Pedaso prima della sfida playoff di basket contro...

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PEDASO - Spray al peperoncino spruzzato nei bagni prima della partita. Sul fatto, avvenuto sabato sera al palazzetto di Pedaso prima della sfida playoff di basket contro Senigallia, ora indagano i carabinieri. A sporgere denuncia sul caso, di cui abbiamo riferito ieri, è stata la dirigenza della società locale. Il comandante del Reparto operativo di Fermo, Luigi Lubello, rimarca che sono in corso gli accertamenti di quello che l’Arma stessa definisce un “atto vandalico”. 


L’intesa


Fra le prime piste, quella della verifica su una bomboletta sospetta che sarebbe stata ritrovata all’esterno del palazzetto. Per quanto riguarda la dinamica, è stato anche chiarito, grazie alla collaborazione della società di basket di Pedaso, che lo spray non era stato spruzzato negli spogliatoi (l’accesso è solo per atleti e addetti ai lavori), ma nel bagno pubblico adiacente l’ingresso: in effetti avevano manifestato fastidi simili a quelli accusati dai giocatori di Senigallia anche alcune persone del pubblico, almeno nella prima fila degli spalti, subito sopra allo stesso bagno dal quale usciva un forte odore e che è poi stato chiuso.


Le conseguenze


Per fortuna non ci sono state «particolari ripercussioni - rimarcano dall’Arma - sulle persone: i coinvolti hanno riportato un po’ di irritazione alle vie aeree. L’incontro è proseguito regolarmente e nessuno dei giocatori ha dovuto ricorrere alle cure mediche». I militari stanno ora visionando le immagini registrate dalle telecamere esterne al palazzetto: «Stiamo valutando alcuni aspetti. I sistemi di videosorveglianza per riconoscere chi è entrato e uscito ci sono. Stiamo sentendo le persone anche per ricostruire l’accaduto. Gli accertamenti sono in corso sulla vicenda e su chi può essere stato il responsabile o i coadiutori del fatto. Le difficoltà sono dovute agli accessi, avvenuti senza biglietto, essendo un evento gratuito. Sappiamo che all’interno della struttura c’erano circa 150 persone. Si tratta di capire chi erano le persone presenti».


La legge


Gli inquirenti tengono a precisare che non si parla di un atto legato alle tifoserie, ma di un atto di vandalismo. Si tratta di un reato, previsto dall’articolo 699 del codice penale, e riguarda il porto abusivo di oggetti atti ad offendere, con l’aggravante della competizione sportiva in corso, per la quale è vietata l’introduzione di questo tipo di strumenti che prevede l’arresto fino a 18 mesi. Non vi sono analogie, né per le dinamiche né per gli effetti, con i fatti di Corinaldo. Le indagini sono comunque in una fase preliminare e si cerca di identificare chi è riuscito a entrare nel palazzetto. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico