MONTEGRANARO - È finito con un mezzo pasticcio il bando pubblico con il quale la sezione veregrense dell'Avis cercava una segretaria. La seconda classificata, P.C., ha...
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Posto affidato alla prima classificata e tutti contenti? Non proprio. Perché il bando, nelle ultime righe, prevede un'ulteriore selezione. "I primi due classificati nella graduatoria verranno convocati presso la sede per una sessione di test nella quale verranno valutate le conoscenze informatiche e la predisposizione a svolgere tale mansione - si legge nel documento - a suo insindacabile giudizio l'Avis provvederà a nominare l'incaricato".
Il problema è che, a quanto pare, l'Avis abbia scelto E.Z. senza convocare le prime due della graduatoria, giustificando la cosa affermando che la differenza di punti tra le due fosse tale che anche tramite i test non sarebbe stata possibile da colmare.
Insomma, non il massimo della trasparenza.
"Io sono tra le prime due quindi mi avrebbero dovuto convocare per quella famosa sessione di test, ma, ovviamente, ciò non è stato fatto - scrive P.C. sul profilo Facebook dell'Avis Montegranaro - giustamente ho chiesto spiegazioni a chi di dovere e mi sono sentita rispondere in modo leggermente imbarazzato, frettoloso e poco chiaro che, vista la grande distanza di punteggio tra me e la prima e tenendo conto della mole di lavoro in cui sono immersi, hanno deciso di fare il colloquio solo con lei. A questo punto mi sorge spontaneo pensare che, a prescindere dalla persona che avrebbe ricoperto il secondo posto, la decisione era già stata presa (non so se per una questione di conoscenze o meno, ma sinceramente poco mi importa). Mi chiedo quindi a cosa sia servito creare un bando pubblico se poi si aveva intenzione di non rispettarlo. Ovviamente il mio discorso non va contro la ragazza che ha ottenuto il lavoro o contro tutti coloro che fanno parte dell'associazione; ma spero che questo mio messaggio venga letto da chi ha scelto di non essere corretto nei confronti di tutti i ragazzi che hanno partecipato al bando in modo da rendersi conto che le parole correttezza ed onestà non sono sinonimi di stupidità".
Il presidente dell'Avis Dino Pesci, nel rispondere all'attacco, ha spiegato come, essendo un posto a tempo determinato retribuito con voucher, il lavoro non può durare a lungo e quindi una turnazione futura, con il coinvolgimento anche degli esclusi, è altamente probabile.
Resta comunque il fatto che non si sia rispettato quanto stabilito a chiare lettere nel bando. Sarebbe bastato fare il colloquio con entrambe le ragazze e tutto, probabilmente, sarebbe filato via liscio. O meglio stabilire nel bando anche il valore di quest'ultimo assegnandogli un punteggio. Difficile pensare alla malafede per una associazione di volontariato come l'Avis, di sicuro però un errore che lascia dubbi e amarezze.
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Corriere Adriatico