Giovanni morto nell'esplosione: area sotto sequestro. I sindacati: «Si faccia subito chiarezza»

Monte Urano, Giovanni morto nell'esplosione: area sotto sequestro. I sindacati: «Si faccia subito chiarezza»
MONTE URANO - «A me uccidono i dispiaceri, non il lavoro». Si legge questa frase, nel profilo Facebook di Giovanni Battista Cascone il 29enne di Falconara morto...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
MONTE URANO - «A me uccidono i dispiaceri, non il lavoro». Si legge questa frase, nel profilo Facebook di Giovanni Battista Cascone il 29enne di Falconara morto lunedì pomeriggio nell'esplosione alla stazione di servizio Esso lungo la Mezzina. E invece, un destino crudele e beffardo ha capovolto quelle parole, lo ha fatto morire proprio di lavoro, sul lavoro.


LEGGI ANCHE:
Esplosione nella fabbrica di fuochi d'artificio: almeno 3 morti e due dispersi. «Un boato fortissimo»

Esplosione in un negozio: feriti quattro vigili del fuoco e quattro agenti di polizia


Il giorno dopo, nel luogo della tragedia rimane il silenzio, il vuoto di un’area transennata e posta sotto sequestro, un equipaggio dei vigili del fuoco in presidio fisso, sin dalla notte precedente. Un po’ più distante, un gabbiotto metallico sconquassato intorno alla centralina antincendio, quello dove l’operaio ha perso la vita, travolto da uno scoppio che non gli ha lasciato scampo. Rabbia, disperazione, incredulità si intrecciano per la morte del 29enne, originario di Gragnano e residente a Falconara. A centinaia, tra amici e conoscenti ricordano l’amico, il fratello e figlio affettuoso, il lavoratore serio e professionale, che lunedì si trovava lì per normai lavori di manutenzione. 





«Emergono tanti interrogativi – nota Alessandro De Grazia, leader provinciale Cgil – Ci chiediamo se e quanta manutenzione era stata effettuata nell’impianto, se e quali dispositivi erano presenti per la rilevazione di fughe di gas, se il lavoratore operava con gli adeguati dispositivi di prevenzione, se durante gli interventi l’impianto doveva essere spento. Ad oltre 10 anni dal D.Lgs 81/08, in Italia sono morti oltre 17 mila lavoratori». La Fiom Cgil aggiunge: «E’ chiaro che qualcosa non abbia funzionato come doveva». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico