MONTE URANO - Comune e Chiesa, battaglia per 347 euro di Ici. A leggere l’evolversi dei fatti, contenuti nella delibera comunale si ritorna indietro nei secoli e alle...
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La vicenda parte alla fine del novembre 2016 quando l’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero di Fermo riceve un avviso di accertamento per omesso o parziale versamento dell’Ici del 2011 per complessivi 2.077 euro tra imposta non versata, interessi, sanzioni e spese di notifica. Nel gennaio di quest’anno, il contribuente presenta l’istanza di accertamento con adesione al fine di ridiscutere l’avviso di accertamento in contraddittorio. In pratica la Chiesa chiede la rideterminazione della somma da versare beneficiando di sanzioni ridotte ad 1/3 del minimo. Il Comune dà appuntamento per l’incontro il 21 febbraio ma il legale dell’Istituto Diocesano non può. Richiamerà per concordare un nuovo appuntamento.
Secondo la delibera emessa dall’ente, il legale non si è fatto vivo per concordare un nuovo incontro, così prende l’iniziativa il segretario comunale di Monte Urano che convoca il legale della controparte una prima volta l’otto giugno e poi, vista l’indisponibilità dello stesso, il 15 giugno.
Questa volta l’incontro c’è. La Chiesa insiste sulla revisione del valore delle aree edificabili, sulla ruralità di alcuni immobili e il Comune rivede l’importo dell’imposta riducendola da 1.497 a 347 euro, per una somma complessiva da versare (comprese sanzioni ridotte e oneri accessori) di 421 euro. L’Istituto Diocesano non è del tutto soddisfatto e si prende del tempo per decidere se accettare o meno. Infatti, dopo quasi un mese, torna alla carica, e in un nuovo incontro avvenuto il 13 luglio sostiene che i conteggi del Comune sono errati e che quindi la somma da pagare sarebbe inferiore. Viceversa Monte Urano è certo che i suoi conteggi, ora sono esatti. Questo nuovo incontro non muta la situazione e Monte Urano invia la cartella di 347 euro di imposte che con sanzioni ed altro arriva a 473 euro. L’Istituto Diocesano non ci sta e deposita il ricorso presso la segreteria della Commissione Tributaria di Ascoli Piceno. Per il Comune di Monte Urano ieri era il giorno di scadenza per dimostrare alla Commissione Tributaria le proprie ragioni per convincerla che il ricorso della Chiesa è “pretestuoso e infondato”, così come viene definito nella delibera della giunta comunale che ha autorizzato la costituzione per la resistenza in giudizio al ricorso presentato dalla Chiesa. Dopo un anno di riconteggi, incontri, confronti sarà dunque la Commissione Tributaria ad esprimersi e ad esprimere il suo parere su questo contenzioso che vede faccia a faccia Comune e Chiesa. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico