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FERMO - Una Mezzina autostradale, arretrata rispetto all’attuale sede autostradale dell’A14, che diverrebbe a sua volta una tangenziale a scorrimento veloce. Un’opera che verrebbe a costare 2 miliardi e mezzo di euro: è questa la proposta che la Fondazione San Giacomo della Marca ha presentato, ieri mattina, ai sindaci del territorio interessato.
«Alcuni – sottolinea il presidente della Fondazione, Massimo Valentini – hanno già deliberato a favore dell’arretramento: Porto San Giorgio, Porto Sant’Elpidio e Pedaso. Agli altri l’abbiamo presentata, ci hanno fatto delle osservazioni. Adegueremo la proposta progettuale, la ripresenteremo loro, ed entro la fine del mese vorremmo una risposta. Molti sono a favore, chi non lo sarà, posizione legittima, dovrà renderne conto pubblicamente».
Il territorio
Ciò che intende dire Valentini, e che ha già sottolineato nei mesi scorsi, è che se il territorio viaggia unito, le possibilità di ottenere qualcosa aumentano. «Il dibattito va avanti da due anni – prosegue – ma ora il Ministero si mostra aperto a un arretramento, una tematica valida per tutte le Marche sud».
Il summit
Alla riunione riservata con le amministrazioni comunali, la Fondazione ha presentato, così come spiegato dall’ingegner Donato Pescatore, un tracciato «che costerà 2 miliardi e mezzo di euro e arretrato di 10 chilometri rispetto all’attuale, partendo da Porto Sant’Elpidio e arrivando fino a Val Vibrata. Il tracciato passerà per Campiglione, al momento, come da progetto attuale, a sud del fiume Tenna, quindi Monterubbiano, Montefiore dell’Aso, Ripatransone, Acquaviva Picena, arrivando fino a Monteprandone, quindi Val Vibrata, per un totale di 38 km, anche di gallerie laddove il tracciato non passa in mezzo alle valli». «I sindaci – aggiunge Valentini – hanno fatto due richieste, di arretrare ulteriormente di 3 o 4 km il tracciato, e di spostare il passaggio a nord del Tenna anziché a sud. Ci saranno sicuramente modifiche, le presenteremo presto ai comuni interessati e poi attenderemo l’ok».
Intanto c’è da dire che di arretramento si parla di certo non da ieri. «Se ne parlava – osserva Federico Vitali, membro della Fondazione – negli anni ‘80 ai tempi del ministro Ferri, da Civitanova a Giulianova; la Regione fece un atto all’unanimità nel 1997 chiedendolo, ma siamo ancora qui. Auspichiamo la decongestione del traffico costiero, per ridare qualcosa al territorio. Da presidente di Confidustria Marche, anni fa, ricordo tante critiche alla Quadrilatero, e anche come, dopo la sua realizzazione, molti scettici si sono ricreduti». L’operazione, chiude l’ingegnere Pescatore, «è come un investimento per il futuro del territorio, si creerà un impulso alla formazione di ricchezza».
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Corriere Adriatico