Laurea specialistica, fioccano le richieste di super infermieri. Il coordinatore: «Per loro il lavoro è assicurato»

La cerimonia per il conferimento del diploma di laurea a sette nuovi infermieri
FERMO - Raddoppia il corso di laurea in Infermieristica. Da qui a un paio d’anni, a Fermo, arriverà anche la magistrale. La notizia l’ha data ieri mattina il...

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FERMO - Raddoppia il corso di laurea in Infermieristica. Da qui a un paio d’anni, a Fermo, arriverà anche la magistrale. La notizia l’ha data ieri mattina il sindaco Paolo Calcinaro, durante la proclamazione di sette nuovi infermieri. Che, freschi di laurea, hanno già il lavoro assicurato.

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E che, da casa, hanno discusso la tesi, diventando ufficialmente professionisti della sanità. Adesso, dovranno iscriversi all’ordine. Poi, potranno mettere in pratica quello che hanno imparato negli ultimi tre anni. Erano emozionati Nicol Carboni, Laura De Florio, Matteo De Santis, Alex Illuminati, Giacomo Latini, Luca Panfoli ed Emilia Teodori, davanti agli schermi dei computer. La commissione s’è riunita nella sede di via Brunforte. Non c’era il rettore, Gian Luca Gregori. Impegnato ad Ancona con l’inaugurazione dell’anno accademico, ha registrato un messaggio e augurato ai neo-infermieri di «saper indossare con orgoglio la maglietta della Politecnica, svolgendo un’attività così importante per la nostra comunità».


La figura
«In questo momento, la vostra figura splende più che mai. C’è un sistema fatto di colleghi che vi attendono a braccia aperte», l’intervento di Calcinaro che ha parlato della futura attivazione della magistrale di Infermieristica come di «un dovuto riferimento per le Marche del sud» e di «una prospettiva importante anche per il nostro ospedale».


Le autorità
Presenti il prefetto Vincenza Filippi («Mai come in questo momento storico avvertiamo il bisogno di persone come voi, che hanno fatto una scelta di vita che denota una vocazione alla solidarietà») e Rocco Pennacchio. «È meglio avere un buon infermiere o un infermiere buono?», ha chiesto l’arcivescovo ai sette giovani. «La sintesi è nelle motivazioni interiori», ha risposto, invitandoli a considerare il lavoro nelle case di riposo, dove «si mette alla prova ancora di più la capacità di resistenza dell’operatore e la sua motivazione». E dove, dopo il fuggifuggi seguito alla chiamata dell’Asur, il personale lo cercano col lanternino. «Ci arrivano continue richieste. Se invece di sette fossero stati settantasette, avrebbero trovato tutti lavoro lo stesso», ha spiegato il coordinatore del corso di laurea, Adoriano Santarelli.


I consigli
«Non smettete mai di formare le vostre conoscenze, acquisite sempre nuove competenze per lavorare meglio, stabilite un buon rapporto anche con i colleghi», i consigli del presidente dell’Ordine degli infermieri di Fermo, Giampiero Beltrami. «Mi auguro che il vostro ingresso porti quell’effervescenza di cui il nostro mondo ha bisogno, in un momento particolare dovuto ai tanti effetti della crisi pandemica», le parole del direttore delle Professioni sanitarie dell’Area vasta 4, Renato Rocchi. «In questo Paese si sta perdendo la grande occasione di rivedere l’organizzazione sanitaria. Si sta cercando di intraprendere scorciatoie che non porteranno i risultati attesi», ha aggiunto.


La pandemia
Parole riprese dal presidente di Infermieristica, Giampiero Macarri. «Veniamo da una pandemia che ci ha messo alla prova, portando alla luce nodi e carenze. Ma, pur con tutte le sue criticità, il sistema ha retto. Adesso, l’altra sfida è riprogrammare la sanità», ha spiegato.


Il futuro


Sul futuro della professione, la chiosa: «La digitalizzazione va bene, ma fa un po’ paura. Bisognerà mettere dei limiti». E ai neo-infermieri: «Puntate in alto. Accettate le sfide. La vera sconfitta non è perdere, ma non provarci». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico