Imprenditori, l'orizzonte è nero: «Siamo strangolati da queste sanzioni»

Imprenditori, l'orizzonte è nero: «Siamo strangolati da queste sanzioni»
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FERMO  - Partiamo dalle conclusioni. «Tra mercati instabili, caro materie prime, bollette fuori controllo, il made in Italy di cui tutti si riempiono la bocca viene solo penalizzato. Fare impresa in Italia è diventato un calvario. La politica ci prende in giro. Le imprese dovranno chiudere».

 

 

Ad affermarlo è Fabrizio Luciani, presidente di Confindustria Fermo, che ieri ha diffuso una lettera in cui descrive la situazione in cui versano le imprese, locali e nazionali. Certo, qui nel Fermano le sanzioni commerciali che l’Europa ha deciso di applicare alla Russia pesano di più rispetto altrove.


La strategia
Luciani non ha dubbi: «La guerra tra Russia e Ucraina non si risolve con le sanzioni. Non stanno funzionando. Il sistema politico economico ha scelto di precipitare senza paracadute. Le sanzioni stanno strangolando il nostro sistema economico-imprenditoriale. Ha senso? Mi stupisco anche di come il grido di dolore che ogni giorno si alza non risvegli le coscienze di chi guida l’Italia e l’Europa».


Il punto
C’è poi un’altra questione colpisce il Fermano in maniera importante. Riguarda quelle aziende del settore moda che hanno ricevuto una risoluzione da parte dell’Agenzia delle entrate, «sulla base della confusionaria normativa prodotta da Mise e Mef» afferma il presidente di Confindustria Fermo, che esclude il mondo del design e della moda dai settori meritevoli di usufruire delle agevolazioni per gli investimenti in ricerca e sviluppo. In altre parole nuove collezioni o campionari che presentano elementi di novità rispetto alle precedenti non vengono considerate come ricerca e sviluppo perché non danno luogo ad una novità assoluta poiché contemplano il principio della ripetitività del prodotto. «La beffa finale è che questa disposizione è retroattiva, quindi ci sono decine di aziende che dovrebbero restituire (in via non onerosa entro il 30 settembre) il credito d’imposta relativo a investimenti, che possono raggiungere il milione di euro per i calzaturifici principali, già effettuati con contributi erogati» sottolinea Luciani.


I conti


La terza emergenza imprenditoriale è quella del rincaro dell’energia. «Molte aziende non sapranno come fare a pagare, si troveranno con i conti sballati. Gli imprenditori americani pagano l’energia un prezzo sette volte inferiore al nostro; Francia, Spagna e altri paesi europei hanno prezzi calmierati. In Italia solo slogan del tipo “pace o climatizzatore”» insiste l’imprenditore di Montegranaro secondo cui l’effetto combinato dei vari elementi negativi porterà alla chiusura delle aziende. «Questo significherà perdita di posti di lavoro ed esplosione di una questione sociale che ricadrà su tutti» sottolinea il presidente degli imprenditori fermani che implora la politica ad intervenire ed in maniera tempestiva per “non chiudere il cancello quando tutti i buoi sono usciti dalla stalla” come recita un vecchio detto. «Su tutta questa situazione, noi imprenditori siamo impotenti e dobbiamo affidarci alla politica per non ritrovarci in uno scenario fatto di macerie economiche e sociali. Ancora una volta anziché favorire chi prova a resistere sul mercato si sceglie di col Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico