Confindustria, il giallo dei prelevamenti: domani la resa dei conti all’assemblea degli imprenditori del Fermano

Confindustria, il giallo dei prelevamenti: domani la resa dei conti all’assemblea degli imprenditori del Fermano
FERMO  - Una questione di politica, giochi di potere e ora anche il giallo del prelevamento. Sono i tre elementi che hanno messo in discussione l’unione tra Fermo e...

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FERMO  - Una questione di politica, giochi di potere e ora anche il giallo del prelevamento. Sono i tre elementi che hanno messo in discussione l’unione tra Fermo e Ascoli all’interno di Confindustria. Sono una trentina le imprese fermane che negli ultimi mesi, per varie questioni, hanno revocato l’adesione al sistema confindustriale e altre potrebbero aggiungersi nelle prossime settimane in base all’evolversi della situazione.

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A questo proposito, domani, UIF-Unione Industriali del Fermano si riunirà in assemblea al termine della quale verranno deliberate delle proposte. 


Proposte che prenderanno due direzioni: Roma (in particolare i probiviri nazionali di Confindustria) e Fermo (ai circa 280 soci UIF che hanno ricevuto la convocazione dell’assemblea). Tra le varie richieste ci sarà anche la possibile uscita da Confindustria Centro Adriatico. L’eventuale uscita a livello associativo dovrà essere guidata dai probiviri nazionali mentre potrebbe essere messa in atto immediatamente dalle imprese fermane inviando la lettera di disiscrizione alla sede di Confindustria Centro Adriatico. Che alla base dei dissapori tra Fermo e Ascoli, oltre alla storia, ci sia la politica è un sospetto emerso già nel caso delle dimissioni dell’allora vice presidente dell’associazione Giampietro Melchiorri, avvenute dopo il richiamo ascolano a seguito della conferenza stampa fermana non autorizzata da Ascoli.

Una conferenza stampa politica, rivolta al neo presidente della Regione Marche Acquaroli che non dovrebbe aver gradito le esternazioni fermane. Politica che molto probabilmente sta influenzando anche le dichiarazioni imprenditoriali degli ultimi giorni. Infine, non è un segreto che le posizioni politiche dei due protagonisti della vicenda, Simone Mariani e Andrea Santori, non siano proprio identiche. Da qui i giochi di potere tra i due imprenditori che da sempre si spendono in prima persona per difendere i loro territori di appartenenza. Senza un confine ben delimitato (non solo geograficamente) si fa presto ad accusare l’altro di voler sconfinare. Santori accusa Mariani di voler conquistare Fermo e Mariani accusa Santori di non aver rispettato i patti e la volontà di indebolire il suo potere, staccando Fermo.


Tutti gli ultimi atti di Centro Adriatico sono stati passati al setaccio, con il risultato di un reciproco scambio di accuse per aver violato lo statuto dell’associazione. Fino al giallo del prelevamento. Perché oltre politica e al potere c’è anche l’interesse economico e la tutela del patrimonio di UIF e Confindustria Ascoli. Secondo i rivoltosi fermani sarebbe stato accertato un prelevamento di decine di migliaia di euro a favore di Centro Adriatico avvenuto in modalità tutte da chiarire. Una somma che Centro Adriatico avrebbe avuto tra i crediti da tempo e che sarebbe stata saldata nelle ultime settimane. Questo episodio avrebbe poi portato ad una richiesta di chiarimento da parte dei fermani (con tanto di lettera di studi legali) e alle espulsioni di Santori e Luciani. Ovvero la dichiarazione di guerra tra Fermo e Ascoli.

 

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Corriere Adriatico