Aumentano i bambini a rischio di disturbi dell’apprendimento. L'esperta: «La didattica a distanza può avere inciso»

La riunione dell'Osservatorio provinciale in cui è stato illustrato lo screening sui disturbi dell'apprendimento
FERMO - Forse c’entra il Covid con l’aumento dei bambini a rischio disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa) nelle scuole del Fermano. I dati raccolti...

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FERMO - Forse c’entra il Covid con l’aumento dei bambini a rischio disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa) nelle scuole del Fermano. I dati raccolti dall’Osservatorio provinciale dicono che gli alunni che quest’anno hanno frequentato la prima elementare hanno più difficoltà a scrivere e a leggere rispetto a quelli dell’anno scorso. Per la logopedista dell’Area vasta 4, Simona Tosoni, che ha coordinato lo screening, «i cambiamenti sociali e la didattica a distanza possono aver inciso in modo significativo sui requisiti di apprendimento e sulla capacità di attenzione, memoria e concentrazione».

 
I test
Sono stati analizzati 1.117 test di altrettanti bambini di dodici Isc. Ogni test era formato da due prove: una di scrittura e una di lettura. Entrambe sono state ripetute due volte, a gennaio e a maggio. Nella prima prova i bambini dovevano scrivere un dettato di sedici parole. A gennaio, 204 (18,26%) sono risultati a rischio Dsa, numero sceso a 91 a maggio (8,14%). «Il 55,40% è uscito dalla soglia di attenzione, percentuale inferiore rispetto a quella dell’anno prima, quando era stato il 73,92%», ha spiegato Tosoni. Stesso discorso per la prova di lettura, dove i bambini dovevano leggere dieci parole senza senso, ma ortograficamente corrette. In questo caso 182 bambini (16,29%) sono risultati a rischio Dsa.


Il rischio in rosa
In generale, è emerso che, nelle classi, ci sono più femmine da attenzionare rispetto ai maschi, nonostante i disturbi specifici dell’apprendimento siano più frequenti in questi ultimi. Ma una precisazione è d’obbligo: soglia di rischio e attenzionamento non significa che i bambini soffrono di uno o più disturbi dell’apprendimento, ma che hanno una propensione e che possono svilupparli. I test – ha detto Tosoni – servono ad «ampliare la consapevolezza degli insegnanti e dei ragazzi, sia di quelli con diagnosi da Dsa sia degli altri». L’obiettivo è «fare in modo che non sia più vista come una diversità, ma come una caratteristica, come gli occhiali o le protesi acustiche».

Una realtà, quella dell’Osservatorio provinciale, che funziona. Formato, oltre che dalla Provincia, da Av4, Ambiti sociali 19, 20 e 24, sezione fermana dell’Associazione italiana dislessia e da tre scuole polo: l’Ipsia “Ricci”, l’Iiss “Urbani” e l’Ic interprovinciale dei Sibillini. Con l’obiettivo – ha spiegato la consigliera provinciale con delega alla Scuola, Pisana Liberati di «attenzionare e far conoscere le problematiche attorno al mondo della scuola per gli studenti con disturbi dell’apprendimento, bambini e ragazzi speciali che vanno accompagnati verso il loro percorso di crescita».

«Se vogliamo cambiare il mondo – ha aggiunto la consigliera provinciale con delega alle Pari opportunità, Luciana Mariani – dobbiamo partire dai giovani». «La prevenzione – ha proseguito – esiste in ogni ambito. In quello scolastico può avere effetti molto favorevoli. Per questo è importante lavorare sinergicamente, perché sappiamo che i Dsa esistono, ma sappiamo anche che esistono percorsi che aiutano i ragazzi ad avere una vita meno difficoltosa».

 

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Corriere Adriatico