Gli albergatori mostrano un cauto ottimismo per la stagione estiva: «Più turisti ma spendono di meno»

L’Hotel Astoria a Fermo, in viale Vittorio Veneto
FERMO - Si guarda all’estate con fiducia (clienti soprattutto italiani), prospettive quasi come nel periodo pre-Covid: gli albergatori mostrano un cauto ottimismo per la...

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FERMO - Si guarda all’estate con fiducia (clienti soprattutto italiani), prospettive quasi come nel periodo pre-Covid: gli albergatori mostrano un cauto ottimismo per la stagione estiva alle porte. Cambia anche il modo di fare turismo, le vacanze si accorciano, ma almeno per ora il movimento è più alto rispetto al passato.

 

La vacanza si accorcia
«Al momento siamo come lo scorso anno – commenta Walter Talamonti dell’hotel Valdaso di Pedaso – i clienti italiani restano in Italia, non vanno all’estero e quindi per noi è una cosa positiva». Si lavora, ma potrebbe andare meglio: i turisti arrivano di più, ma spendono di meno. «La spesa pro-capite – prosegue – si è ridotta. Questo è dovuto a due fattori: da un lato il cambiamento nel modo di fare turismo, vacanza ridotta, e dall’altro le difficoltà che ci possono essere per le famiglie, per le spese».

E questo è un aspetto che notano un po’ tutti, anche Aldo Giacomozzi, che a Porto San Giorgio, ha l’Hotel Victoria, di solo 23 stanze. «Premesso il numero limitato di camere – dice – e premesso anche che io ho lavorato sempre, pure sotto il Covid, avendo come clientela anche quella “commerciale”, quei pochi che potevano viaggiare, posso dire che per luglio e agosto le previsioni sono buone. Ma posso dimenticare le vacanze lunghe, di dieci giorni o due settimane, ora arrivano a 4 giorni, spesso solo nei weekend. Il mio è un cauto ottimismo, le prospettive ci sono».

Dopo cinque mesi brutti, da novembre a marzo, anche Guido Tassotti dell’Hotel Astoria di Fermo, per ora, ha buone sensazioni: «Da aprile c’è movimento – rileva – e questo ci fa essere fiduciosi, sperando che non ci siano altre problematiche. Io lavoro anche con clienti commerciali, ma devo rilevare che il mondo delle vacanze è decisamente cambiato». Un cambiamento arrivato non solo dalla pandemia, ma già in atto da prima che arrivasse il Covid. Per ora anche lui “vede” solo italiani, stranieri ancora no.

«So che ne arriveranno al nord delle Marche o in altre zone d’Italia – spiega Tassotti – ma qui da noi al momento no. Avevamo anche creato un canale aperto con la Russia, ma si è bloccato tutto». Russi a parte, la guerra sta creando preoccupazioni e problemi anche nel settore turistico.

«A gennaio – dice Tassotti – le prospettive erano buone, molto positive, poi da febbraio, quando è cominciata la guerra, le cose sono cambiate. Disdette, o cambiamenti nelle prenotazioni, quindi c’è stato un calo. A questo poi si devono aggiungere anche i costi che sono lievitati: noi cerchiamo di starci dentro, ma la burocrazia rende tutto più complicato». La spesa maggiore, nemmeno a dirlo, quella per il gas, e di certo, a livello di costi, non ha aiutato passare dal riscaldamento all’aria condizionata il giorno dopo.


La clientela


«I nostri clienti sono soprattutto coppie anziane, e questo contribuisce a far sì che le prenotazioni arrivino last minute», commenta Daniele Farina, direttore del David Palace Hotel di Porto San Giorgio, del gruppo Gm hotels. «Prenotazioni – spiega – fatte soprattutto all’ultimo momento. Il trend è positivo rispetto agli altri anni, arrivano anche gruppi, e il movimento c’è. Per ora però italiani». 

 

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Corriere Adriatico