Scenari cupi, ecco l’allarme di Confartigianato: «Noi le vittime delle sanzioni alla Russia»

Scenari cupi, ecco l’allarme di Confartigianato: «Noi le vittime delle sanzioni alla Russia»
FERMO  - Le sanzioni? Alla fine fanno più male a noi che alla Russia. Torna sul tema il presidente di Confartigianato Enzo Mengoni rimarcando quanto la guerra sia...

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FERMO  - Le sanzioni? Alla fine fanno più male a noi che alla Russia. Torna sul tema il presidente di Confartigianato Enzo Mengoni rimarcando quanto la guerra sia scellerata ma ricordando anche le conseguenze negative sull’economia italiana. E in particolare del Fermano, visti i rapporti strettissimi e decennali fra il distretto delle scarpe e il mercato russo.

 


«Se ci fidiamo dell’efficacia di queste sanzioni europee - ribadisce Mengoni - pretendiamo che le stesse debbano essere studiate in modo da non danneggiare le nostre aziende, come purtroppo sta avvenendo». Per l’associazione di categoria sarebbe ora di fermarsi un attimo a riflettere con «queste prese di posizione che sembrano forse troppo accondiscendenti con la linea americana, basta guardare solo in un’unica direzione lasciandosi dietro centinaia di imprese sull’orlo della chiusura. Perché è questo quello che avverrà se non si riuscirà subito a mettere sul tavolo concrete ed efficaci proposte che garantiscano la tutela del sistema produttivo».

Mengoni ricorda che «in questi giorni molti imprenditori come me hanno ricevuto le bollette di energia e gas constatando degli aumenti esorbitanti; conti alla mano la scelta è tra indebitarsi per continuare a rimanere aperti o chiudere. Questi costi impattano drammaticamente sulla vita dell’impresa perché non possono essere scaricati sul prezzo finale del prodotto. Nel mio caso, ad esempio, dovrei vendere il pane a 13/14€ al chilo. È inaccettabile! Tendenzialmente potremmo essere d’accordo con la sospensione dell’acquisto del gas dalla Russia, ma sono già pronte delle solide alternative? Il nostro territorio sta subendo pesanti contraccolpi in materia di esportazioni, essendo quello russo uno dei mercati di maggior riferimento per la nostra regione. Pensiamo al nostro distretto calzaturiero, che è tra i territori più colpiti dalla grave situazione. Ci sono troppe aziende con ordini fermi ed eccedenze di magazzino difficili da smaltire. Le criticità non riguardano solo l’export, ma anche il mercato interno, che ristagna. Le incessanti notizie sul conflitto e le continue voci di inasprimento delle sanzioni spingono gli italiani all’estrema cautela negli acquisti».



«I consumi - chiosa - sono ridotti all’essenziale e registriamo così gravi ripercussioni in diversi settori. L’incremento del costo dei carburanti e delle materie prime sta causando poi effetti travolgenti sul costo della vita e della produzione e la nostra preoccupazione sugli scenari che si stanno prospettando è reale. Uno stato di cose che sta impoverendo le famiglie italiane».

 

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Corriere Adriatico