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FERMO - Se gli chiedi se, sull’escalation criminale a Lido Tre Archi, il Comune è impotente, il vicesindaco e assessore alla Sicurezza, Mauro Torresi, ti risponde di no. Dice, piuttosto, che l’amministrazione sta facendo tutto il possibile, ma che non basta. Perché non ha i mezzi e le forze necessari. E perché, quando ci ha provato a mettere un vigile urbano nel quartiere, ha dovuto riportarlo alla base, «per sicurezza».
Lo scenario
Le vicende degli ultimi giorni – la turista aggredita da un extracomunitario e le bottigliate, da parte di altri due, alle forze dell’ordine che lo stavano bloccando – hanno fatto ripiombare Tre Archi nel caos. La prefetta Vincenza Filippi ha convocato, per domani, il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. Intanto, si torna a parlare del presidio fisso di polizia, invocato da più parti. «Da soli non possiamo fare qualcosa di risolutivo. Negli anni, abbiamo aumentato le telecamere e attivato il progetto di vicinato.
Le reazioni
Le reazioni politiche non si sono fatte attendere. «Che vi sia un problema serio in quel quartiere è sotto gli occhi di tutti e non possiamo voltarci dall’altra parte», dice il capogruppo di Fermo Capoluogo, Renzo Interlenghi. Per il quale «le istituzioni debbono far sentire il peso del ruolo che svolgono, ma l’azione non può essere demandata alle sole forze dell’ordine che fanno tutto quello che è nelle proprie possibilità». «Sono certo – prosegue Interlenghi, tendendo la mano alla maggioranza – che il sindaco e l’assessore Torresi stiano tentando di fare fino in fondo la loro parte e mi rendo conto che è un problema più grande di noi. Proprio per questo, solamente uniti potremo risolverlo. Insistiamo, allora, affinché, immediatamente, venga installato il posto fisso di polizia e garantiamo gli spazi di socialità». Punta il dito contro il progetto di riqualificazione del Comune, invece, il consigliere del Pd Paolo Nicolai. «A Lido Tre Archi – scrive in un post pubblicato sui social – sono stati investiti quasi otto milioni da parte del governo Renzi/ Gentiloni, ma non è mai stato pubblicamente chiaro come l’amministrazione voglia spendere quella cifra e se è in grado di avere un’idea determinata di visione della costa a nord della nostra città». «La situazione – prosegue la nota – è delicata. Credo non si possa più continuare a esaltare le piccole, seppur importanti, questioni per accrescere un consenso fine a se stesso per il futuro del capoluogo, ma ci si debba concentrare con competenza sulle politiche di ampio respiro e portarle a compimento». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico