Scuole, nove pullman in più per la Steat, ma è pressing sulla sicurezza: «Vaccinate gli autisti​»

Scuole, nove pullman in più per la Steat, ma è pressing sulla sicurezza: «Vaccinate gli autisti »
FERMO - Tiene botta, la Steat. E, da lunedì, mette in campo (meglio, in strada) nove pullman in più. Per portare a scuola il 70% degli studenti delle superiori. Ma...

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FERMO - Tiene botta, la Steat. E, da lunedì, mette in campo (meglio, in strada) nove pullman in più. Per portare a scuola il 70% degli studenti delle superiori. Ma è al limite. Se, da qui al 5 giugno, la percentuale dei ragazzi in aula dovesse aumentare, qualcosa dovrà cambiare.

 

 

L’occupazione dei bus, per esempio, adesso al 50%. Altrimenti «il trasporto non sarà più sostenibile». L’ha detto forte e chiaro, ieri mattina, il presidente della Steat, Fabiano Alessandrini, al tavolo tecnico coordinato dalla Prefettura. Che ha chiamato a raccolta Ufficio scolastico, Provincia, Comuni e forze dell’ordine. «Alla fine, i problemi sono dei trasporti. Alla scuola non cambia niente», il commento, a margine, di Alessandrini. Che tra Steat e istituti non corra buon sangue è cosa nota. Con i secondi che hanno fatto muro, rifiutando ogni ipotesi di ingressi scaglionati, e la prima che s’è ritrovata con il cerino in mano. Ma siccome non è la prima volta che si trova alle prese con un progressivo ritorno in classe, la società in qualche modo s’era attrezzata.

«Più volte, si è palesata la possibilità di arrivare al 75%. Abbiamo continuato a lavorare e a riorganizzarci in base ai trasportati reali, cercando ulteriormente tra i privati, cambiando qualche tratta, modificando alcuni turni e arrivando pronti al 70%», spiega Alessandrini. Dei nove autobus in più, sette sono della Trasfer, il gruppo pubblico-privato di cui fa parte anche la Steat, due dei privati. «Dovrebbero essere sufficienti, in base alle nostre stime», dice il presidente.

Stime, appunto. Fatte sulla base delle «presenze reali». Visto che, un po’ per paura dei contagi, un po’ per l’avvicinarsi della bella stagione, gli studenti hanno già cominciato a disertare i bus. Quelli che vivono vicino alle scuole, spesso vanno in motorino. Chi ha la patente, usa l’auto. Per avere dati più precisi, la Steat aveva spedito un questionario ai plessi. Doveva servire per organizzare meglio i trasporti, ma quasi nessuna l’ha compilato. Se gli chiedi se, nella partita delle riaperture, le scuole avrebbero potuto fare di più, Alessandrini risponde con un «no comment» che è tutto un dire.

Un braccio di ferro che va avanti dall’anno scorso. Con gli istituti che più o meno velatamente scaricano sui trasporti la responsabilità dei contagi e i trasporti che rimbalzano le accuse ai mittenti. Fatto sta che, a due settimane dal ritorno in aula, le classi in quarantena sono già parecchie. Ma non è solo questo. A rendere tesi i rapporti ci sono anche i vaccini. O meglio quella che, per la Steat, è una disparità di trattamento. «Della filiera scolastica sono stati vaccinati tutti tranne gli autisti», denuncia Alessandrini. La richiesta non è nuova. Con la Regione, se n’è fatta portavoce anche la prefetta Vincenza Filippi, ma, finora, nulla s’è mosso.

I sindacati sono sul piede di guerra. Promettono battaglia, ma la categoria non compare tra le voci del cronoprogramma. «Siamo accreditati – spiega ancora Alessandrini – per fare i vaccini all’interno dell’azienda. Basta che ci autorizzano e siamo pronti a partire. Il nostro personale è stato sempre presente. Ha dato la massima disponibilità, in parte anche rinunciando ai permessi sindacali e alla 104. Non si capisce per quale motivo, pur facendo a tutti gli effetti parte della filiera scolastica, non sia stato ancora chiamato».

 

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Corriere Adriatico