FERMO - Sarà una riunione dell’Ata a decidere se i rifiuti dell’Umbria arriveranno o no a Fermo. L’Assemblea territoriale d’ambito si...
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Una patata bollente che la Regione ha gettato addosso al Comune, risultato di un accordo con l’ente confinante. Da qualche mese, infatti, l’Umbria è in grosse difficoltà con la gestione dei rifiuti. Due degli impianti per il trattamento sono fuori uso e la ditta che si occupa della raccolta differenziata ha dimezzato il servizio, creando una vera e propria emergenza. Da qui la decisione di chiedere aiuto alla Marche per 16mila tonnellate di rifiuti organici. All’inizio la richiesta riguardava sia il trattamento che l’abbancamento in discarica. L’ok marchigiano è arrivato solo sul trattamento e la Regione ha individuato nei comuni di Fermo e Ascoli quelli che dovranno occuparsene.
«Mi preme sottolineare – continua Ciarrocchi – che si tratterebbe solo di trattamento, senza conseguenze per la nostra discarica. Tuttavia, dobbiamo dare priorità ai nostri rifiuti e poi a quelli per i quali abbiamo un contratto in essere. Anche se non si tratta di una grande quantità, accogliendo questa richiesta, l’impianto rischierebbe di sovraccaricarsi». Al momento, oltre a quelli di Fermo e degli altri comuni dell’ambito, l’impianto dell’Asite tratta anche i rifiuti provenienti da Ancona. Mentre, grazie a un accordo interprovinciale, in discarica finiscono pure quelli di Ascoli.
Ad oggi non è dato sapere quante delle 16mila tonnellate toccherebbero a Fermo, né il prezzo proposto dall’Umbria per il servizio. L’unica cosa certa è che, nel caso l’accordo fosse messo in atto, durerebbe sei mesi. A partire da quando è un’altra faccenda che domani finirà sul tavolo dell’Ata. «Abbiamo appreso dell’accordo – conclude l’assessore – ma non ne conosciamo ancora i contenuti. E per valutare abbiamo bisogno di conoscerli. Comunque sulla questione non abbiamo potere discrezionale. Nella nostra ridotta competenza possiamo solo dire sì o no ed eventualmente quanto. In base alla decisione dell’Ata, la Regione vedrà come procedere, ma, se il Ministero ce lo imporrà, dovremo accettare». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico