Trova un titolo che vale un tesoro Il nome? Si chiama Mario Draghi

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FERMO - Cosa ha in comune il Mario Draghi “nazionale” con quello originario di Padova ma residente a Fermo? A parte lo...

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FERMO - Cosa ha in comune il Mario Draghi “nazionale” con quello originario di Padova ma residente a Fermo?




A parte lo stesso nome e cognome… anche la Banca, nel senso che il primo ci “lavora” come Presidente, segnatamente in quella “centrale europea”, il secondo, che invece fa un lavoro molto più umile, l’impiegato postale, ha fatto causa alla Banca “centrale italiana”. Perché? La storia è curiosa. Mario Draghi, infatti, un 55enne di origine padovane residente da qualche tempo a Fermo nelle Marche, durante alcuni lavori di sistemazione della casa di famiglia ha rinvenuto nel doppiofondo di una scrivania, un certificato di debito pubblico dello Stato di 20.000 lire risalente agli anni ’50 appartenuto probabilmente al padre (deceduto) e del quale lo stesso ignorava l’esistenza.



“Visto l’arrivo di un figlio abbiamo deciso di sistemare un po’ la casa. Piccoli spostamenti, qualche aggiustamento. Da Padova ho così portato a Fermo una scrivania che era di mio padre. Un bel pezzo di antiquariato da inserire nella mia abitazione - racconta Draghi -. Dentro la scrivania c’era di tutto: documenti, fogli, penne stilografiche. Pochi giorni fa, più o meno a Natale, stavo guardando e sistemando la scrivania con i miei familiari quando è spuntato fuori questo Bot del valore di 20.000 lire. E’ grande, più o meno come un foglio formato A3, bello, antico, colorato. Abbiamo pensato così di non buttarlo via ma di farlo incorniciare per tenerlo in casa. L’abbiamo così portato dal corniciaio che, come l’ha visto, ci ha subito detto: ma perché non lo fate stimare? E ci ha parlato dell’Agitalia, l’associazione che si occupa di questo”.



Così Draghi contatta l’agenzia che ha fatto stimare da un consulente contabile il Bot ed è risultato un valore monetario attuale, tra interessi, rivalutazione e capitalizzazione, per tanti anni di giacenza nelle casse dello Stato di circa 143 mila euro. L’uomo ha conferito mandato all’ufficio legale del’Agitalia per agire al fine del recupero della somma presso la Banca d’Italia ed il Ministero delle Finanze obbligati in solido ad “onorare” tutti i debiti degli Istituti bancari non più esistenti e dei titoli pubblici facenti capo allo Stato italiano.




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Corriere Adriatico