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FERMO - All’Ipsia “Ricci”, gli esami di riparazione sono finiti questa settimana. Un centinaio gli studenti che hanno dovuto recuperare i crediti formativi per accedere, il 15 settembre, alla classe successiva. Reintrodotti quest’anno dopo il “tutti promossi” dello scorso, gli ex esami di settembre, per le scuole, sono un po’ la prova generale prima del ritorno in classe. Non tutti, però, hanno potuto sostenerli. Per qualcuno, infatti, sono stati posticipati. «Parliamo di studenti malati, di Covid, ma non solo, che sosterranno gli esami una volta guariti», spiega la preside Annamaria Bernardini. Ma il timore che i contagi inceppino il ritorno in classe è fondato. Lo dicono i numeri dei positivi, soprattutto giovani, molto superiori a quelli dell’anno scorso, nello stesso periodo.
Le scuole del Fermano, però, sono compatte: vogliono tutte ricominciare l’anno in presenza. La didattica a distanza, diverse, non la vogliono neanche sentire nominare. Dicono che toglie troppo agli studenti e all’insegnamento. Che è un’opzione residuale. Ma un conto sono gli desideri, un altro i fatti. Perché, se è vero che quest’anno, a combattere la diffusione del virus, ci sono i vaccini, è anche vero che, nel Fermano, nella fascia di età dai 12 ai 18 anni, non s’è vaccinato neanche uno studente su tre. E due anni di saltelli tra dad e lezioni in presenza hanno insegnato quant’è facile che classi intere finiscano in quarantena da un giorno all’altro, compromettendo il percorso formativo di bambini e ragazzi.
«Per adesso, le regole sono le stesse di giugno.
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Corriere Adriatico