Lido Tre Archi, irruzione in un covo con i vigili del fuoco e quattro tunisini in stato di fermo

Lido Tre Archi, irruzione in un covo con i vigili del fuoco e quattro tunisini in stato di fermo
FERMO  - Blitz di Polizia a Lido Tre Archi nel covo degli spacciatori tunisini, indagini a tutto campo. Due nordafricani sono in stato di fermo dopo un movimentato blitz che...

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FERMO  - Blitz di Polizia a Lido Tre Archi nel covo degli spacciatori tunisini, indagini a tutto campo. Due nordafricani sono in stato di fermo dopo un movimentato blitz che ha richiesto anche l’intervento dei vigili del fuoco per consentire l’ingresso delle forze dell’ordine in via Tobagi. 

 
Il cane sedato
Nell’appartamento c’era anche un rottweiler che è stato sedato e portato al canile comunale dove sarà sottoposto a un controllo. Aleggia infatti l’ipotesi che sia imbottito di droga, un escamotage che avrebbe permesso ai pusher di passare indenni i controlli. Secondo gli investigatori questi cani di grossa taglia non sono utilizzati da questi delinquenti solo a scopo offensivo, ma vengono costretti a mangiare cibo con dentro ovuli di cocaina ed eroina per tenerla nascosta. Per questo con gli agenti della Questura e la Squadra scientifica c’erano gli esperti del Servizio veterinario. L’operazione antidroga è scattata alle 20.30 di venerdì al civico 10 e si è conclusa intorno a mezzanotte. Tutto è partito da una segnalazione alla Questura dove si rimarcava il viavai costante di tossicodipendenti a qualsiasi ora del giorno e della notte.

I nordafricani hanno opposto resistenza ai controlli, non aprivano la porta ma per questo sono intervenuti i pompieri insieme alle volanti. L’appartamento risulta intestato a un bergamasco. Gli agenti hanno passato al setaccio il palazzo controllando ogni anfratto, ogni angolo, scala, sottoscala, scantinati, hanno aperto i tombini delle fogne, anche quello è un nascondiglio utile. La porta dell’appartamento era sempre aperta e tutti potevano entrare, così gli spacciatori evitavano le telefonate dei clienti e dello spaccio non restava traccia. Ieri mattina altri quattro nordafricani hanno fatto ingresso nell’appartamento del blitz e i residenti dicono che sono ricominciati i movimenti altamente sospetti.

«Quanti pensavano che fosse sufficiente qualche conferenza stampa sulle iniziative pro-inclusione o la lista di opere pubbliche per risolvere i problemi di un quartiere nato male e gestito peggio ha peccato di ingenuità - azzanna Corta, il comitato dei residenti - le responsabilità del degrado sono da imputare in proporzione agli organi preposti ai controlli e al passaggio di mano degli appartamenti da singoli proprietari a società che hanno fatto incetta d’immobili sfruttando la crisi del mercato immobiliare. Il combinato disposto di questi elementi ha determinato il caos, lo spaccio a cielo aperto ad ogni ora, l’insediamento di bande di immigrati organizzate e spregiudicate nell’occupazione di case sotto esecuzione, nello spaccio diffuso, nel danneggiamento di immobili. Tutto ciò rende la vita impossibile ai residenti e ci è scappato pure il morto. Non fa piacere dire che l’avevamo previsto e non siamo stati ascoltati. La beffa del controllo di vicinato, organizzato dall’assessore all’insicurezza, il delegato alla sicurezza depotenziato e inutilizzato, il rifiuto del sindaco di collaborare con cittadini, tutto concorre e la situazione peggiorerà se l’attività profonda di contrasto non verrà portata a compimento e non cesserà l’arrivo di soggetti con pendenze penali e ai domiciliari». 

 

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Corriere Adriatico