Recuperate e smaltite centinaia di bottiglie lanciate sulla scarpata: il gruppo spontaneo di Sonia e Cinzia in prima fila

Recuperate e smaltite centinaia di bottiglie lanciate sulla scarpata: il gruppo spontaneo di Sonia e Cinzia in prima fila
FERMO - Adesso, il bordo strada è pulito. Ma ieri mattina era una distesa di bottiglie di vetro. Centinaia, ripescate dalla scarpata sotto via Agnozzi a Fermo. Le hanno...

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FERMO - Adesso, il bordo strada è pulito. Ma ieri mattina era una distesa di bottiglie di vetro. Centinaia, ripescate dalla scarpata sotto via Agnozzi a Fermo. Le hanno tirate fuori Sonia Trocchianesi e Cinzia Cotini. Due volontarie di “Nel nostro piccolo”, il gruppo spontaneo che ripulisce strade e parchi, che ieri erano lì come «semplici cittadine». Dopo aver saputo che nella scarpata c’era di tutto, si sono messe all’opera.

 

E, armate di guanti, secchi e sacchetti, a forza di fare avanti e indietro, hanno riempito il bordo strada di bottiglie di birra vuote. «Chi sa non fa niente», protestano le due volontarie. Si riferiscono al fatto che tutte quelle bottiglie concentrate lì («sotto ce ne sono ancora tantissime»), deve avercele portate qualche commerciante. Che ha deciso di disfarsene, invece di smaltirne come si dovrebbe. La cosa curiosa è che buona parte delle bottiglie è tappata. E non si capisce se il contenuto sia evaporato o se chi le ha buttate, prima, ha rimesso i tappi. Quel che è certo è che stanno lì da parecchio. Poi, le due donne hanno chiamato l’Asite che ha portato via il vergognoso bottino. Scene simili, se non peggiori – dicono – si vedono pure a monte Cacciù, fra Fermo e Porto San Giorgio, dove i volontari hanno portato allo scoperto tre tonnellate di rifiuti, e sulla Pompeiana. Sempre in via Agnozzi, ma più verso la Questura, la scarpata è piena anche di coperte e piumoni.

«Dovremmo imparare a prenderci cura di quello che è pubblico, perché è di tutti», spiegano le volontarie. Secondo le quali, invece, il Comune non fa abbastanza, mentre «deve capire che non esistono solo i sampietrini di piazza, perché lì l’insalata non cresce». Intanto, loro non si fermano. E «visto che il Comune ha paura che ci facciamo male», hanno chiesto di poter pulire in sicurezza. Con qualcuno che regoli il traffico, mentre loro liberano il verde dall’immondizia.

 

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Corriere Adriatico