FERMO - Nel summit in Comune tra il sindaco e i firmatari del memorandum per la sicurezza sul caso Tre Archi si è trovata la quadra tra l’amministrazione e le...
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Non era presesnte l’ex generale dei carabinieri in pensione che dovrebbe essere il nuovo delegato alla sicurezza, si scioglierà il nodo su questa figura entro la fine del mese. A questo punto l’unico interrogativo aperto è sul presidio fisso di polizia.
Il sindaco Paolo Calcinaro ha dato piena disponibilità ad attivarlo, tenuto conto che i finanziamenti ci sarebbero, perché questo prevede il fondo periferie. Il primo cittadino pare assolutamente deciso a compiere questo passo ma resta il fatto che il sottosegretario al ministero dell’Interno Carlo Sibilia, sette giorni fa in tour a Tre Archi, ha detto che del presidio: «non ne ho mai avuto notizia a Roma».
La frustrazione
Trapela una certa frustrazione in proposito da parte dell’avvocato Ugo Ciarrocchi, che ha partecipato al vertice di ieri per Sos Utenti e riferisce «il patto sulla sicurezza sta prendendo corpo, dal controllo di vicinato alle telecamere al delegato in arrivo ma c’è un aspetto di fondo che vorrei sottolineare. Quello che si nota è che c’è poca incisività da parte degli organi sovracomunali, questo è sicuro e mi sento di rimarcarlo, so di non trovare contraddittorio». L’avvocato fa riferimento al presidio fisso, quello che il leader della Lega Matteo Salvini chiedeva a gran voce, promettendo di attivarsi davanti ai residenti che glielo chiedevano.
Promesse blande
Sul presidio, per l’avvocato Ciarrocchi quelle degli organi sovracomunalli «sono tutte promesse blande». Ma con le telecamere, il controllo di vicinato, il delegato che fungerebbe da tramite tra cittadini e istituzioni, il presidio fisso chiuderebbe il cerchio. Eppure, mentre è fortemente voluto dai più, a quanto pare è divisivo. Dal 30 giugno non c’è più neanche la turnazione tra carabinieri e questura a Tre Archi, servizio che era a garanzia di un controllo del territorio h24..
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Corriere Adriatico