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FERMO I posti letto pronti, il colore giallo domina in tutto il reparto. Alle pareti del corridoio due murales riportano frasi impegnative: «È quando lavoriamo insieme che avviene la prima guarigione» di David Hume e «Le difficoltà spezzano alcuni uomini ma ne rafforzano altri» di Nelson Mandela. Apre i battenti la nuova ala di Medicina con 18 posti letto, di cui 10 di terapia semi-intensiva, dell'ospedale di Fermo.
La procedura
Il mese scorso, terminati i lavori, si era proceduto alla benedizione dei locali, ieri mattina l’inaugurazione formale, alla presenza dell’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini e di un robusto parterre di rappresentanti istituzionali e politici. Un investimento da 600mila euro, quello che si è concretizzato al Murri, in parte con risorse proprie e in parte con i fondi del Dl 34 del 2020, che ha potenziato i posti letto di terapia intensiva e sub dopo la prima ondata di emergenza Covid.
La battaglia
L’assessore Saltamartini parte dalla grande battaglia contro il Covid, rimarca il successo della campagna vaccinale e le cure con gli anticorpi monoclonali. «Nel prossimo triennio Fermo avrà un nuovo ospedale, ci saranno nuovi medici formati ed investimenti sulle tecnologie. Dobbiamo risolvere il problema delle liste di attesa e sulla base del fabbisogno andremo ad intervenire per garantire risposte a tutti. Al direttore Grinta dico che nei prossimi mesi lo aspetta un grandissimo lavoro con il superamento dell’azienda unica, ai medici va dato quanto necessario per operare al meglio. Seguo con attenzione il Fermano, la robotica e l’Emodinamica arriveranno». Numerose le autorità, dalla vicaria della Prefettura, De Notaristefani, al vice questore Stavale. Presenti i deputati Mauro Lucentini e Lucia Albano, i consiglieri regionali Jessica Marcozzi e Marco Marinangeli, l’assessore alle politiche sociali di Fermo Mirco Giampieri. «In passato non si è fatto abbastanza, ora si sta costruendo, un passo alla volta – sottolinea Lucentini – le promesse oggi stanno diventando atti concreti, il nuovo ospedale si va a riempire di contenuti e intanto si agisce sulla struttura esistente. Focalizzarsi su piccolezze come un cartello per un turno scoperto ad Amandola, risolto nel giro di un’ora, non serve». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico