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FERMO - Chiuso il centro sociale di via Bachelet a Lido Tre Archi con un cartello poco rassicurante. Chiuso «per gravi motivi» si legge. E così resterà «fino a data da destinarsi». La decisione presa dal direttivo che gestiva il centro arriva dopo la denuncia del 6 gennaio ai carabinieri per le minacce a esponenti del direttivo e alcuni clienti abituali. Un giovane sarebbe arrivato a puntare un coltello alla gola di una persona: «Ti sgozzo». E le donne che lavoravano nel centro sarebbero state prese a sassate.
«La calma di questi giorni è solo apparente» dicono residenti e commercianti preoccupati della deriva sociale, culturale, morale tra devianza giovanile e delinquenza fuori controllo.
«Voci insistenti parlano di minacce nei confronti di chi frequenta il centro, con conseguenti denunce ai carabinieri e decisione di chiudere – fa sapere “Corta” il comitato dei residenti – è una resa dell’amministrazione comunale di fronte a una situazione che peggiora di giorno in giorno. È la conferma, qualora ce ne fosse bisogno, del clima impossibile che regna nel quartiere». Il comitato paragona Tre Archi a Molini Girola dove, nell’ex Conceria l’amministrazione ha deciso di utilizzare 15 milioni del Pnrr per dare nuova linfa al quartiere.
«Il determinante intervento del Comune per l’ex Conceria è considerato un passaggio fondamentale per l’economia della zona ed è quello che manca da noi, dove gli appartamenti sono stati venduti anche a meno di 10 mila euro» rimarcano i residenti. E’ preoccupato l’edicolante Doriano Camilli, la sua edicola è un’istituzione, un centro di ritrovo e di socializzazione per i residenti. Il negozio è vicino al centro sociale chiuso e il commerciante è preoccupato «la situazione che si è venuta a creare è molto delicata» afferma. Mauro Cardinali, l’imprenditore che ha investito e che continua a investire su Lido Tre Archi cerca di guardare al bicchiere mezzo pieno e spera che il centro si possa riaprire.
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Corriere Adriatico