Entra terrorizzata al bar in una maschera di sangue: bloccato l'uomo che l'ha presa a pugni

Entra terrorizzata al bar in una maschera di sangue: bloccato l'uomo che l'ha presa a pugni
FERMO-  Gli agenti lo hanno allungato sull’asfalto, di schiena, braccia piegate all’indietro e sono scattate le manette. Arrestato un uomo che poco prima aveva...

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FERMO-  Gli agenti lo hanno allungato sull’asfalto, di schiena, braccia piegate all’indietro e sono scattate le manette. Arrestato un uomo che poco prima aveva aggredito una donna con un pugno in faccia, lei era corsa tutta insanguinata in un locale a chiedere la carta per tamponare il sangue e lui dietro di lei è stato bloccato e caricato sulla volante, accompagnato in questura.


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Una scena da film d’avventura che Lido Tre Archi non aveva mai visto così ravvicinata e reale, seppure il quartiere sia candidato a vederne altre di scene del genere nei prossimi giorni perché una cosa è certa: le forze dell’ordine non danno più tregua ai malviventi, questo è il messaggio che passa. La donna ferita non è voluta salire in ambulanza, la macchina dei soccorsi è scattata tempestiva ma lei ha poi rifiutato il ricovero.
 
L’episodio
Erano le 16 ieri pomeriggio quando l’uomo è stato messo a terra e ammanettato. C’erano in giro, tra polizia e finanza, almeno sette mezzi con i colori d’istituto. L’unità cinofila della Guardia di Finanza e poliziotti in divisa, posti di blocco sul ponte di collegamento in via Nenni, in via La Malfa, controlli sulle strade e sotto i porticati dei palazzi. Sono state fermate decine e decine di autovettura per controlli a persone in transito, in entrata e in uscita nel quartiere e il fermo dell’uomo avvenuto sotto gli occhi di tutti vicino alla fermata dell’autobus si è verificato in queste condizioni di presidio totale del territorio. Secondo i primi riscontri a caldo l’uomo e la donna avevano litigato sotto i porticati dei palazzi che si affacciano sul lungomare e all’origine dello scontro ci sarebbe stata una lite per questioni di spaccio.
La verifica
Testimonianze ancora tutte da verificare ma questa è la pista battuta dagli agenti. Potrebbe essere stata la loro presenza a creare condizioni difficili per i pusher al punto che i nervi saltano per un nonnulla ma la donna non era in condizioni critiche al punto da farsi ricoverare, potrebbe aver avuto qualcosa da nascondere altrimenti non avrebbe evitato le cure dell’ospedale.
La ricostruzione

A questo punto bisogna capire cosa c’è dietro alle manette attorno scattate ieri pomeriggio in bella vista. Di certo le forze dell’ordine mostrano i muscoli, segnali di forza per scoraggiare e prevenire oltre che per reprimere e punire. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico