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FERMO Allarme sicurezza, per Tre Archi qualcosa si muove. Il pressing delle associazioni tiene alta la tensione mentre il quartiere torna troppo spesso alla ribalta per episodi di cronaca. Accoltellamenti e spaccio, nelle settimane scorse è spuntata anche una pistola. E l’estate si avvici a lunghi passi. Un incontro definito proficuo quello che si è svolto ieri mattina, in Comune a Fermo, sulla situazione del quartiere. A discutere di proposte congiunte c’erano associazioni e amministratori locali anche delle città confinanti con il quartiere.
Oltre al sindaco di Fermo Paolo Calcinaro vi hanno preso parte il sindaco di Porto San Giorgio, Valerio Vesprini, e il vicesindaco di Porto Sant’Elpidio, Daniele Stacchietti. Insieme a loro anche Renzo Paccapelo di Confabitare, Silvia Iommi, in rappresentanza degli amministratori di condominio, Alberto Ercoli per gli agenti immobiliari, Laura Mucci e Lieto Felice per i residenti. «Un incontro positivo - commenta Calcinaro - quello avuto con proprietari e amministratori di condominio: abbiamo stabilito di portare avanti alcune proposte come l’implementazione a Lido Tre Archi del servizio di polizia locale nelle ore del pomeriggio.
La riunione
«La riunione è andata bene – commenta a sua volta Paccapelo –: io in precedenza ho anche attaccato il sindaco, lo riconosco, ma oggi ha cambiato registro. Nella riunione ho fatto presente che, secondo me, le misure fin qui adottate, compresi i blitz delle forze dell’ordine, sono come delle reti a strascico, e non sono sufficienti per la lotta allo spaccio». I timori ci sono, tanto che i residenti continuano da tempo a pungolare Comune e forze dell’ordine. Eppure il quartiere è tutto un cantiere, i lavori proseguono a tamburo battente e anche la Prefettura tiene monitorata l’area con continue operazioni di polizia.
La malavita
«Io – aggiunge Paccapelo – ho paventato il timore che la malavita finisca per colonizzare questa zona. Prossimamente incontreremo il prefetto e parleremo anche di queste cose. Durante la riunione ho detto che bisogna cambiare qualcosa, non bastano solo le azioni repressive, servono indagini a fondo. Speriamo che in 60 giorni si faccia qualcosa, altrimenti procederemo con manifestazioni eclatanti».
I messaggini
Si vedrà in futuro cosa succederà, ma intanto è accolta con favore la proposta del controllo di vicinato via WhatsApp. «In questo modo è più efficace – dice ancora Paccapelo – e anche il sindaco ha detto che vuole farne parte. Bisogna formare adeguatamente i vigili, e poi servirà anche il presidio fisso di polizia. Ora che sono annunciate nuove assunzioni, contiamo anche su questo. Ma intanto potrebbe tornare anche il camper, come fu in passato. Tra i controlli, poi, sarebbero da verificare anche le ospitalità nei quartieri, e analizzare a fondo i flussi di denaro, sarebbe un buon deterrente. Oltre a questo abbiamo chiesto l’applicazione dei Daspo urbano e le espulsioni».
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