Fermo, katana, ferro da stiro lanciato e cane che morde un agente, ma i tre rapinatori finiscono in manette

Fermo, katana, ferro da stiro lanciato e cane che morde un agente, ma i tre rapinatori finiscono in manette
FERMO - Fine della parabola per tre clandestini. Tunisini ventenni, poco più poco meno. Quelli della mattanza del 6 dicembre al bar Blasco di Porto Sant’Elpidio. Dopo...

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FERMO - Fine della parabola per tre clandestini. Tunisini ventenni, poco più poco meno. Quelli della mattanza del 6 dicembre al bar Blasco di Porto Sant’Elpidio. Dopo l'identificazione sono scattati due blitz della Questura ieri sera. Uno dietro l’altro. Un minore è stato affidato ai servizi sociali per essere trasferito in una comunità e gli altri due, maggiorenni, sono stati accompagnati al centro per il rimpatrio di Brindisi per essere riportati al loro Paese.


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Sono i due rapinatori di Lido Tre Archi. La polizia avrebbe chiuso il cerchio attorno al branco che spadroneggiava tra Fermo e Porto Sant'Elpidio, tra i protagonisti della mattanza al bar Blasco. Le scene da film si sono registrate a Porto Sant’Elpidio, dove il tunisino più grandicello brandiva una katana tenuta nascosta in casa per rispondere all'attacco dei poliziotti. Bloccato e disarmato, gli è arrivato in soccorso uno dei suoi due cani, che ha azzannato la gamba al poliziotto. Il tempo giusto per far liberare il padrone dalla presa e permettergli di afferrare un ferro da stiro da lanciare contro le divise e minacciarle di morte. Tutto inutile. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico