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FERMO - «Nel 1973 ho avuto un incidente stradale e sia la mia che l’altra auto sono andate distrutte». L’incrocio è quello tra la statale Adriatica e la strada che sale verso Torre di Palme e la voce è di una persona che ieri ha partecipato alla presentazione della rotatoria realizzata, cinquant’anni dopo, su quello stesso incrocio. Di incidenti, a volte anche mortali, ce ne sono stati diversi in questo mezzo secolo, e non è un eufemismo dire che l’opera era attesa da decenni.
La sicurezza
Per garantire un traffico più fluido e per migliorare la sicurezza di quell’intersezione stradale. «L’abbiamo realizzata – ha commentato il sindaco Paolo Calcinaro – con la concentrazione delle forze di tutti». Anas, Provincia e Comune nella fattispecie. «Questa rotatoria – ha aggiungo il primo cittadino – insieme a quella di Molini Girola (già funzionante) e di San Tommaso erano le tre che i cittadini chiedevano a gran voce quando sono diventato sindaco.
L’impegno
E il geometra Rocco D’Angelo, capocentro Anas Marche, ha ricordato di aver «subito preso l’impegno sia perché d’estate il normale traffico cresce sempre, sia per ragioni di sicurezza». Quindi la progettazione a carico della provincia di Fermo che a suo tempo ha incaricato l’architetto Alessio Marini. La rotatoria ha una larghezza totale della corona con diametro 30 metri, quattro bracci, mentre il diametro della rotatoria è 16 metri, e la corsia sette. Poi l’appalto e quindi la realizzazione. L’infrastruttura come ha sottolineato Calcinaro, è la più trafficata di tutta la provincia, è la statale 16, parallela all’A14, che collega Fermo al resto della provincia a nord e a sud.
Le esigenze
«C’è attenzione per tutte le Marche – parole dell’ingegner Marco Mancina, dirigente della gestione rete Marche Anas – a volte le esigenze del territorio non si possono sempre soddisfare o perché mancano i fondi o per altri problemi, ma come in questo caso abbiamo la volontà di lavorare per obiettivi comuni. Alcune cose si fanno anche qui in provincia. A volte ci sono stati disagi, ma il risultato finale c’è. Grazie al lavoro di squadra». Nella squadra, ovviamente, è entrata anche la ditta che ha fatto i lavori, la Cobit Asfalti. «Non è certo semplice – ha detto il referente dell’impresa edile, Ferdinando Moretti – siamo del territorio, ed essere considerati fiore all’occhiello da soddisfazione, anche perché il risultato per la cittadinanza è importante». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico