Fermo, danni ingenti per l'Ete Vivo Protestano i proprietari dei terreni

Il fiume Ete Vivo durante una piena
FERMO - Terreni che scompaiono dopo ogni piena, asta fluviale precaria, che una volta “rubacchia” di qua e una volta di là. E poi smottamenti, danni ingenti e...

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FERMO - Terreni che scompaiono dopo ogni piena, asta fluviale precaria, che una volta “rubacchia” di qua e una volta di là. E poi smottamenti, danni ingenti e istituzioni sorde alle richieste dei frontisti, ovvero dei tanti proprietari terrieri che da anni segnalano la situazione chiedendo interventi urgenti. Ora, per avere maggiore forza, si sono costituiti anche in una sorta di comitato spontaneo, che ha un referente, Giuseppe Antolini.


Quest’ultimo ha preso carta e penna e a nome di tutti ha scritto una lettera aperta a Regione Marche, Provincia di Fermo, consorzio di bonifica delle Marche e ai sindaci dei territori attraversati dal fiume Ete Vivo ovvero Belmonte Piceno, Fermo, Grottazzolina, Monsampietro Morico, Monteleone di Fermo, Monte Giberto, Montelparo, Montottone, Porto San Giorgio, Ponzano di Fermo e Santa Vittoria in Matenano.

«Da tempo - spiega Antolini - si evidenzia una situazione di grave precarietà dell’asta fluviale dell’Ete Vivo che si sta aggravando progressivamente anche in occasione di piogge di modeste entità. I danni a carico dei privati frontisti, si stanno accentuando in modo considerevole. Danni che - prosegue il portavoce dei proprietari terrieri - consistono in sottrazione di ettari di terreno e di smottamento di versanti collinari. Si riteneva che il massiccio intervento, anche in termini finanziari, eseguito alcuni anni fa dalla Provincia di Fermo, potesse risolvere le condizioni idrauliche del torrente.

«Ciò non si è verificato in quanti gli interventi erano estemporanei e senza un organico esame e studio idraulico dell’intera asta fluviale. Tant’è che la situazione è peggiorata sempre più. Abbandonando ogni polemica sul passato, ci siamo rivolti alle istituzioni senza ottenere risultato ma con scarico di competenze e responsabilità, gli uni verso gli altri. Siamo disponibili - concludono - a fare la nostra parte a condizione che chi di competenza rediga un serio progetto di sistemazione». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico