FERMO - Potrebbe essersi trattato di un atto vandalico, di una bravata ma anche di un gesto intimidatorio o di un messaggio minatorio rivolto ai parroci o, più in...
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Lì, infatti, abitano proprio il vicario generale don Pietro Razzi, don Paolo Scopone e don Giordano Trapasso. Da escludere che quell'ordigno fosse indirizzato a loro anche perché nessuno ha mai avuto, men che meno di recente, problemi con alcuno, anzi. Sono parroci amati e stimati da tutta la collettività, riservati e sempre pronti a tendere una mano. Ma quell'esplosione nella notte ha tolto il sonno anche a loro. Difficile infatti capire sia la matrice del gesto che l'obiettivo dei malviventi.
Di certo, però, c'è che chi si è macchiato dell'ignobile gesto non ha scelto un posto a caso per piazzare e far esplodere quella piccola bomba. L'esplosione in via della Rocca è avvenuta intorno alle ore 2.30 di sabato notte. Alcuni residenti, tra cui lo stesso vicario generale, sono stati svegliati di soprassalto. Ma quando si sono affacciati alle finestre per capire cosa fosse successo, non hanno visto nulla o nessuno.
A preoccupare è anche il fatto che si tratta del terzo episodio vandalico ai danni della zona del Duomo dopo la rottura della balaustra al Girfalco, subito sistemata dagli operai del Comune, e il danneggiamento, con scritte oscene, di una panchina al Parco della Rimembranza. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico