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FERMO - Poco più di uno su tre. In numeri, 3.081 su 8.755. In percentuale, 35%. È la fetta di ragazzi tra i 12 e i 18 anni che, all’altro ieri, nel Fermano, si erano vaccinati. 1.777 quelli che avevano fatto tutte e due le dosi. Gli altri 1.304 avevano solo la prima. All’appello ne mancavano 5.674. Tanti, a meno di due settimane dal ritorno a scuola. «Dobbiamo motivarli a vaccinarsi. I giovani, per il tipo di vita che fanno, sono quelli che hanno maggiori probabilità di contagiarsi e di contagiare. Più giovani vacciniamo, più terremo basso il numero dei ricoveri in ospedale e lo sviluppo di focolai», spiega il direttore del Dipartimento di igiene e salute pubblica, Giuseppe Ciarrocchi.
Anche a questo serve il camper itinerante dell’Asur che, per tutto il mese, batterà la costa, per spingersi, sul finale, nell’entroterra. Fino a domani sarà a Lido Tre Archi, in via La Malfa. Dal 6 all’11 settembre si sposterà a Porto Sant’Elpidio, in viale della Vittoria.
I reparti, chi più chi meno, sono tornati tutti operativi. Quello di Chirurgia, negli ultimi due anni, ha eseguito più di mille interventi, «mantenendo elevate prestazioni, soprattutto in ambito oncologico, e assicurando con puntualità le prestazioni urgenti, nonostante le criticità legate alla pandemia, la periodica chiusura delle sale operatorie e la soppressione dei posti letto nei momenti di picco pandemico». L’equipe guidata da Silvio Guerriero è composta da 17 medici, primario compreso. «Tutti – spiega l’Av 4 – affrontano la chirurgia generale d’urgenza e d’elezione anche con approccio laparoscopico». Conseguenza è il il calo dei giorni di ricovero: cinque per gli interventi più importanti, uno per quelli minori. Un quinto delle operazioni hanno riguardato il colon-retto. 35 gli interventi per il trattamento chirurgico del morbo di Crohn e della rettocolite ulcerosa, 180 quelli a colecisti e vie biliari. Quindici le operazioni al fegato, 20 allo stomaco. L’anno scorso, gli interventi al seno sono stati cento: 70 per patologie maligne, 30 per patologie benigne.
Nei primi sei mesi di quest’anno, i pazienti operati per patologie maligne sono stati 72, quelli per patologie benigne 10. Anche durante i picchi pandemici è sempre stata assicurata l’attività ambulatoriale con priorità U e B (urgente e breve) per più di mille prestazioni, oltre alla piccola chirurgia ambulatoriale, con circa 1.500 interventi. «Pur mettendo a dura prova il sistema di cura – chiosa l’Av 4 –, la pandemia ha consentito all’Uoc di Chirurgia di crescere, mantenendo inalterati gli elevati standard di cura e di curare i pazienti che sempre più numerosi, anche da fuori provincia, si sono affidati alle cure dei medici del Murri».
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