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FERMO - Qualche esperto intravede la fine del tunnel, in tanti chiedono di accorciare le quarantene. Ma i numeri restano ancora allarmanti anche se, a differenza di quanto si temeva all’inizio del mese, le Marche sembrano scongiurare, per ora, il passaggio dalla zona gialla a quella arancione.
All’ospedale Murri di Fermo la situazione è stabile, con 30 ricoveri (il massimo consentito) a Malattie infettive e 5 a Rianimazione. Poi ci sono i passaggi al pronto soccorso, dove ieri i pazienti sono aumentati superando anche quota 10. E le brutte notizie arrivano dal fronte dei decessi, visto che delle 4 donne morte nelle Marche 2 sono del Fermano, una di soli 57 anni di Montegranaro e una di 71 di Porto Sant’Elpidio. Il totale regionale delle vittime sale a 3.353 per un bollettino che, purtroppo, è necessario aggiornare tutti i giorni. E proprio su questo fronte continua il pressing sulle istituzioni per garantire maggiori servizi al Murri. Sul caso, come abbiamo anticipato in breve ieri, è tornato anche il segretario della Cisl Fp Giuseppe Donati che ha scritto una lettera aperta al prefetto Vincenza Filippi.
I particolari
Sotto la lente i buchi in organico che, secondo Donati, riguardano tutti i reparti: parla anche della carenza di infermieri (circa 20 unità che equivalgono a 150.000 ore in meno di tempo assistenziale all’anno), operatori sociosanitari (sono circa 15 gli Oss sospesi ma altrettanti sono assenti perché in quarantena), e raparti vari, dal Servizio Trasfusionale a Radiologia «E da febbraio - dice - sembrerebbe che la Direzione abbia deciso di rinunciare all’apporto delle cooperative e utilizzare l’ordine di servizio per reperire medici dai reparti che copriranno le guardie al pronto soccorso.
Corriere Adriatico