FERMO - Positivo al Covid-19, viene dimesso per Pasqua. È la storia di G.C., 66 anni, ricoverato al Murri. Il paziente fermano non può ancora riabbracciare la sua...
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All'inizio era dolorante e talmente confuso da non ricordare nemmeno il ricovero. «Mi trovavo - racconta - in una stanza grigia con il soffitto bianco, con 4 o 5 infermieri e medici intorno a me. Non era facile distinguerli, erano sempre tutti schermati ma erano tutti sempre di buon umore e ci facevano coraggio. Così curavano anche l’aspetto psicologico». I primi segni di miglioramento sono arrivati dopo i primi 20 giorni, «non soffrivo il dolore fisico - ricorda - e non ero intubato; ho sempre respirato autonomamente, nonostante la polmonite. L’unico fastidio erano le articolazioni sempre indolenzite».
Tutta la riconoscenza va a medici e infermieri «l’assistenza - rimarca- è stata continua, cure, monitoraggi frequenti. Mai vista una cosa del genere. Grande professionalità e abnegazione dell’equipe medica che combatteva al fianco dei pazienti. Mi è sembrato bellissimo. Non vedo l’ora di riabbracciare la mia famiglia e di poter fare un pranzo tutti insieme». A chi si trova ancora ricoverato dice: «Non vi perdete d’animo, sarebbe la cosa peggiore». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico