Conservatorio di Fermo, scoppia la protesta: un'ala ancora chiusa dopo il terremoto e lezioni in Dad

Conservatorio di Fermo, scoppia la protesta: un'ala ancora chiusa dopo il terremoto e lezioni in Dad
FERMO - Lavori e bollette, non cessano i problemi al Conservatorio di Fermo tanto che la Consulta degli studenti, esasperata per i ritardi, ha deciso di scrivere una lettera...

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FERMO - Lavori e bollette, non cessano i problemi al Conservatorio di Fermo tanto che la Consulta degli studenti, esasperata per i ritardi, ha deciso di scrivere una lettera aperta a enti e istituzioni coinvolti. «Per i tanti studenti che hanno scelto di frequentare il Conservatorio – scrive la Consulta – è quasi una missione di sopravvivenza riuscire a frequentare un anno accademico senza imprevisti non dipendenti dalla volontà del Conservatorio. Tra l’altro dal 2016 un’ala è fuori uso a causa del terremoto». 


Gli strumenti


Un’ala che gli studenti ricordano essere dedicata agli strumenti a fiato. «I numeri che seguono lo studio di questi strumenti – dicono – è sempre stato alto. Un musicista ha bisogno di spazi per svolgere le lezioni ed esercitarsi e non sempre gli studenti hanno spazi adatti per studiare in casa, soprattutto i numerosi fuorisede e studenti lavoratori che con sacrificio sono intere giornate nel conservatorio senza potersi esercitare con lo strumento a causa delle carenze di aule». Una difficoltà che inevitabilmente va ad abbinarsi con un’altra.


L’ingresso


Gli studenti ricordano che l’ingresso del Conservatorio, dal lato del Duomo di Fermo, è chiuso, in questo caso dal 2021. Difficoltà che si devono aggiungere «alle infrastrutture comunali e no, come parcheggi e autostrade. Ogni giorno dobbiamo affrontare viaggi della speranza, tra multe e trasporti non proprio pratici (nel caso di grandi strumenti). I lavori al piano fiati vanno a rilento, e si bloccano in continuazione. La Provincia ha abbandonato la gestione dello stabile, non paga più le utenze ed è un problema per il Conservatorio». Sono 13, ricordano gli studenti, le aule mancanti, che costringono gli studenti a frequentare i corsi teorici in Dad, oltre all’indisponibilità dell’organo nella chiesa del Carmine. «Il Conservatorio – ricordano – è un’istituzione prestigiosa di alta formazione artistica e musicale che dà tanto alla città e al territorio. Attira studenti e docenti da altre regioni e pure da fuori le Marche. Arricchisce il territorio con le collaborazioni e noi studenti, ricordiamo, rappresentiamo anche una fonte di economia: gli studenti affittano case, mangiano nei ristoranti, fanno la spesa nei negozi e altro».


Gli interrogativi


Fin qui le considerazioni, ma la Consulta si pone anche alcuni interrogativi, direttamente rivolti alle istituzioni, alle quali hanno inoltrato la lettera aperta. «Cosa fanno – si chiedono – enti e istituzioni locali che avrebbero il compito di tutelare gli studenti delle scuole e delle istituzioni della formazione superiore? Cosa sono gli studenti in questo caso? Le solite vittime che pagano gli errori o le decisioni che (non) vengono dall’alto? Quanto conta l’arte e la musica per la nostra Regione e quanto sta a cuore il tesoro artistico che il conservatorio offre? A tutto questo noi sentiamo di essere un numero, un importo da versare senza essere ascoltati e veniamo ricordati solo per scopi politici dai rappresentanti locali». Ricordano infine che nel settembre dello scorso anno, l’allora Prefetto fece visita allo stesso conservatorio. «Aveva espresso – chiudono – la sua solidarietà, scrivendo una lettera a Provincia, Comune e Regione per sollecitare gli interventi necessari alla risoluzione dei problemi. A luglio arrivò l’allora assessore regionale Latini, un deputato, e il sindaco. Avevano promesso soluzioni, ma da allora nulla si è mosso». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico