Confabitare e il comitato Corta chiedono più vigilanza «Seve grande attenzione, Lido Tre Archi in balia delle bande straniere»

Confabitare e il comitato Corta chiedono più vigilanza «Seve grande attenzione, Lido Tre Archi in balia delle bande straniere»
FERMO  - Continua a far discutere la faida tra bande straniere a Lido Tre Archi, l’ultimo episodio di violenza che rappresenta le fragilità del quartiere...

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FERMO  - Continua a far discutere la faida tra bande straniere a Lido Tre Archi, l’ultimo episodio di violenza che rappresenta le fragilità del quartiere multietnico tiene sull’attenti. «Lido Tre Archi è abbandonato dalle istituzioni, è in balia di delinquenti, in mano a bande della peggior specie» sbotta no il comitato dei residenti Corta e l’associazione dei proprietari d’immobili Confabitare. 

 


«In certi palazzi la criminalità fa il bello e il cattivo tempo - dicono - ci sono appartamenti occupati e utilizzati come basi logistiche per le attività criminali, locali sventrati e lasciati nel completo abbandono, pieni di sporcizia maleodorante. Con i rischi che ne derivano per la salute». Chi si fa sentire porta l’esempio dell’appartamento in via Segni e chiede «dov’è il sindaco? Le abitazioni sono ridotte a porcilaie. È questa la sicurezza di cui blaterano il sindaco e l’assessore? È questa la risposta delle istituzione ai residenti e ai proprietari di case che vivono sulla propria pelle una situazione assurda? L’amministrazione ha chiuso gli occhi, ancora una volta ha tradito i residenti. Decine di famiglie sono in una condizione d’insicurezza perenne. L’ultimo accoltellamento conferma quanto poco o nulla sia stato fatto per liberare un quartiere da anni in mano a bande di stranieri che ne hanno fatto una base logistica della delinquenza».

Il riferimento è all’accoltellamento di questi giorni, alla faida tra bande che ha fatto finire qualcuno all’ospedale. Niente di nuovo all’orizzonte. «Siamo alle porte di una nuova stagione estiva e temiamo che, ancora una volta, saremo costretti a vivere nel terrore - dicono i referenti di Corta e Confabitare - siamo esasperati, non sappiamo più a chi chiedere aiuto. Le istituzioni hanno pensato alle opere pubbliche, spesso discutibili e costose, come rimedio ai problemi del quartiere».

 

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Corriere Adriatico