FERMO - Un “muro” apparentemente insormontabile, fatto di tre reti d’acciaio parallele, alte 6 metri e piene di filo spinato. È la barriera di Melilla, enclave spagnola...
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Un muro pieno di ipocrisia, di violenza, di corruzione. E che è oggi il simbolo più potente (insieme a Lampedusa, Calais e al fiume Evros tra Turchia e Grecia) dell’atteggiamento dell’Europa verso le masse di popolazioni povere e perseguitate che bussano ai suoi confini.
La storia di Melilla ha dominato il IX premio l’Anello debole, il riconoscimento della Comunità di Capodarco per i migliori video e audio cortometraggi sui temi sociali e ambientali, assegnato nella serata presentata dal direttore artistico Andrea Pellizzari. Una premiazione giunta al termine. Vincitore della categoria video cortometraggi della realtà è stato dunque il reportage “Melilla, la frontiera della vergogna” di Francesca Nava (16'), trasmesso nel programma de La 7 “Piazza pulita” e prodotto da Magnolia.
“Bastione M.”, un altro reportage inedito su Melilla, realizzato da Andrea Cocco, Marzia Coronati, Marco Stefanelli (25') e prodotto da Amisnet, si è aggiudicato il premio per gli audio cortometraggi. Ha invece vinto il premio per la categoria video cortometraggi di fiction “L’impresa” di Davide Labanti (16'), storia nera e scomoda del tragico salvataggio di un’azienda in crisi, recitata da attori del calibro di Giorgio Colangeli e Franco Trevisi.
La quarta ed ultima sezione del premio, quella dei video cortissimi, è stata vinta da “Shame and glasses” di Alessandro Riconda (5'), dove un bambino supera in modo inaspettato la paura di farsi vedere mentre indossa gli occhiali dalla coetanea di cui è innamorato.
Legate ai cortissimi anche le opere che si sono aggiudicate i due premi speciali in palio quest’anno. “Puliamo il mondo” di Andrea Tubili (35''), geniale spot per l’omonima iniziativa di Legambiente, ha vinto il premio per il miglior video sui temi ambientali e sulla “economia circolare” messo in palio dal consorzio Ecopneus e consegnato dal suo presidente Giovanni Corbetta.
Mentre “Dear future mom”, ha vinto il premio per la migliore campagna sociale diffusa prevalentemente su web. Centrata sul video realizzato da Luca Lucini (2' 28''), la campagna è stata promossa in tutto il mondo da Coordown, capofila insieme ad associazioni simili di 9 paesi in un progetto di comunicazione per la giornata mondiale della sindrome di down: solo con questo video sono state raggiunte su Youtube quasi 7 milioni di visualizzazioni. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico