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FERMO - «La Steat rimborsa gli abbonamenti ma non i buoni per i trasporti» è l’accusa mossa dai genitori di studenti fermani che si preparano alla serrata contro la società di trasporti fermana. Mamme e papà dicono di esser costretti a fare gli abbonamenti per usufruire dei buoni ristoro che la Regione mette a disposizione nelle Marche. Buoni finalizzati proprio a risarcire le famiglie per i trasporti pagati l’anno scorso e non consumati a causa delle chiusure delle scuole.
Nell’hinterland fermano c’è uno studente che deve andare a scuola a Fermo una volta a settimana, sono 18 km andata e ritorno, l’anno scorso la famiglia ha fatto l’abbonamento annuale pagando quasi 500 euro. Questo studente dovrebbe recuperare i soldi per i mancati trasporti da marzo a giugno ma Steat ha invitato i genitori dello studente a rifare l’abbonamento così la famiglia ha dovuto pagare la differenza anziché ritirare i voucher. E se la scuola a marzo chiude? Sono soldi persi. Il problema è comune a tanti che segnalano pullman stracarichi, con buona pace del distanziamento, e ristori che non ci sono. «Contram di Camerino rimborsa con biglietti singoli – dice un’altra mamma – perché Steat no? Devo recuperare la cifra che mi spetta senza esser costretta all’abbonamento». I genitori sono sul piede di guerra, «è una grande presa per i fondelli...» azzarda un nonno. «La delibera della Regione parla di ristoro alle famiglie, non alla Steat» sbotta un papà. I rimborsi studiati dalla Regione sono “buoni mobilità studenti”, non nominativi e validi ovunque nelle Marche, per pullman e treni.
La giunta, su proposta dell’assessore regionale ai Trasporti Guido Castelli, risarcisce così le famiglie che hanno pagato per un servizio non utilizzato con le restrizioni anti contagio.
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Corriere Adriatico