Costi stellari e stop ai crediti, gli imprenditori edili di Fermo in fibrillazione: «A rischio i lavori del Pnrr»

Costi stellari e stop ai crediti, gli imprenditori edili di Fermo in fibrillazione: «A rischio i lavori del Pnrr»
FERMO - Non è un periodo facile quello che sta attraversando il settore edile. Tra aumento dei costi delle materie prime (e non solo) e carenza di manodopera, il settore...

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FERMO - Non è un periodo facile quello che sta attraversando il settore edile. Tra aumento dei costi delle materie prime (e non solo) e carenza di manodopera, il settore delle costruzioni rischia di trovarsi al centro di una “tempesta perfetta”. I costi delle materie prime schizzati alle stelle, uniti alla mancanza di manodopera, per effetto di tante microimprese nate dopo la creazione del bonus del 110%, stanno creando non poche difficoltà.

 

E il fermo dei lavori con i superbonus rischia di creare ulteriori problemi a chi ha creato impresa, assumendo personale, che ora, con i blocchi del 110% non può utilizzare. In tutta Italia, dati Ance, associazione nazionale costruttori edili, i dipendenti nelle imprese di costruzioni per il 90% non superano i 5 o 6 dipendenti.

Il periodo

«In questo periodo – spiega Lanfranco Ceroni presidente della cassa edile Ascoli e Fermo – non ci sono segnali positivi. Aumentano le rateizzazioni degli oneri e questo è un brutto segno, significa che le imprese non possono riscuotere i crediti. Anche le banche hanno chiuso i rubinetti». Questo per le imprese che sono concentrate su un solo settore, quelle più strutturate, aggiunge Ceroni «riescono a fare un po’ di 110%, un po’ di appalti, un po’ di interventi legati alla ricostruzione. Sugli appalti pesa e non poco l’aumento delle materie prime: è difficile che gli enti, una volta stanziate le somme, adeguino i prezzi». Il problema s’è verificato con i bandi relativi alla ricostruzione. È il caso riferito dal presidente provinciale Ance Fermo, Massimiliano Celi. «Ci siamo battuti come Ance – spiega – soprattutto per la ricostruzione post sisma e siamo riusciti a spuntare una revisione nei prezzari. Riteniamo che vada messo un tetto». Anche perché i mezzi meccanici che utilizzano per il lavoro consumano molto: conti alla mano, 1 km con un litro, fanno anche 500 euro a pieno che spesso finisce in una giornata. «Costi elevati – prosegue Celi – ma se a questo aggiungiamo il ritardo nei pagamenti da parte degli enti pubblici, e l’arrivo dei lavori del Pnrr che vanno eseguiti entro un termine di tempo, le cose rischiano di peggiorare, e i lavori Pnrr potrebbero fermarsi». Le richieste del settore sono chiare, e le spiega il presidente della cassa edile Ceroni: «Ritornare al 110%, o comunque dare proroghe, lo Stato deve rendersi conto che altrimenti dovrà pagare molto di Naspi per i disoccupati del settore».
Il nodo


C’è anche la questione burocratica, con gli adempimenti che sono quasi gli stessi tanto per le imprese medio-grandi quanto per le piccole. Per il futuro c’è un cauto ottimismo, e questo è buono perché gli addetti ai lavori edili, dati della cassa sono circa 2000, 5000 se si considera il dato unitario con Ascoli. Nel Fermano per ora sono 22 le imprese, poi ci sono i piccoli artigiani, che alla cassa edile non sono tenuti a iscriversi se non hanno dipendenti. Se prima paghe e contributi spostavano 22 milioni, ora, si stima si possa arrivare a 45 milioni, aumenti dovuti anche per il 110%. «La tendenza è per l’ottimismo – spiega il presidente regionale Ance Stefano Violoni – guardando al futuro, ai lavori da fare, ai bonus, al fatto che inevitabilmente le imprese caleranno, e aumenterà la richiesta». C’è poi la questione regolarità Durc, affrontata in un convegno organizzato ieri a villa Nazareth. Il documento devono possederlo tutte le imprese che lavorano con il pubblico e con il privato se superano 70mila euro.

 

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Corriere Adriatico