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FERMO - Sta creando scompiglio l’ingresso dei medici di base nella campagna vaccinale. Ieri e l’altro ieri, ai centralini dell’Area vasta 4 sono fioccate le disdette. Pazienti prenotati a Montegranaro che, adesso, il vaccino vogliono farlo nello studio del medico che conoscono da una vita.
Questo, quando va bene. Perché più d’un anziano, che non sarebbe andato a Montegranaro, non l’ha proprio comunicato. Semplicemente, non s’è presentato. Pare anche che qualche medico abbia chiamato i suoi mutuati, dicendo che il vaccino anti Covid possono farlo anche in studio e che è inutile che si mettano in fila da un’altra parte. E siamo solo all’inizio.
L’attesa delle strutture
Che succederà quando le equipe territoriali si struttureranno in tutto il Fermano? Avrà ancora senso tenere in piedi un centro vaccinale unico per la provincia? Lo scatto in avanti di Porto Sant’Elpidio, che ha annunciato l’intenzione di far vaccinare ai medici di famiglia, in quattro mesi, tutta la popolazione non sarebbe stato gradito dai vertici regionali dell’Asur.
L’opportunità
Per il presidente provinciale della Fimmg, la moltiplicazione dei punti vaccinali «non va vista come un disappunto, ma come un’opportunità». «Il medico che conosce il paziente – spiega Paolo Misericordia – è visto come la massima garanzia per la sua sicurezza. La prossimità catalizzerà positivamente la campagna, perché ogni medico di famiglia è un piccolo centro vaccinale». Mentre la pressione sul “Murri” non accenna a diminuire, si continua a discutere dei centri vaccinali. Per stamattina, il direttore dell’Area vasta 4, Licio Livini, ha convocato una conferenza stampa per fare il punto sull’ospedale e sulle prossime fasi della vaccinazione. Resta, per adesso, sospeso l’appello di Mauro Lucentini sul punto vaccinale di Montegranaro. Il deputato della Lega aveva chiesto di mantenere aperto il centro anche dopo l’avvio di quello di Fermo, previsto per il 7 aprile. «Per le prossime fasi della campagna vaccinale – la risposta di Livini –, nell’ambito di un’organizzazione territoriale il più possibile vicina all’utenza e distribuita nel territorio, stiamo cercando, con l’ausilio dei medici di base, un’organizzazione che garantisca efficienza e un servizio facilmente fruibile per la collettività». Che l’ex ospedale diventi centro vaccinale dei medici di famiglia di Montegranaro?
Quanto al pungolo di Lucentini di accelerare sul sistema robotico per la chirurgia, soprattutto urologica, da condividere con le aree vaste 3 e 5 e che dovrebbe, a Regione piacendo, fare base nel nuovo ospedale di Campiglione, Livini rassicura e parla di «progetto nel quale crediamo fortemente e sul quale lavoriamo da tempo». Visto il costo l’elevato (1,1 milioni l’anno) e i circa trecento interventi annui per renderlo sostenibile, «abbiamo iniziato a ragionare su un “Polo Marche Sud”, che significherebbe aprire le porte del nostro ospedale a chirurghi di altre strutture e abbattere del 20% la mobilità passiva». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico