Covid, l'ospedale Murri si riorganizza. Ecco come saranno i reparti e quali attività verranno ridotte

L'ospedale Murri di Fermo: scatta la riorganizzazione per il Covid
FERMO - È scattato il piano b per il “Murri”. Da ieri, l’ospedale di Fermo s’è riorganizzato per fronteggiare quarta ondata e influenza di...

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FERMO - È scattato il piano b per il “Murri”. Da ieri, l’ospedale di Fermo s’è riorganizzato per fronteggiare quarta ondata e influenza di stagione. Otto i posti letto in più in Medicina 1, cinque in Medicina 3, due in Medicina Amandola. Più un letto, attivo da venerdì scorso, in Rianimazione Covid. Dove i ricoverati, ieri, erano cinque. Con il riassetto, i letti di Medicina 1 diventano venti, quelli di Medicina 3 diciassette, quelli di Medicina Amandola venti, quelli di Rianimazione Covid sette.

 
Le riduzioni
Sempre da ieri, è partito il recupero dei letti nei reparti ordinari, con la riduzione dei posti in Chirurgia e Urologia, che passano a venti, e di Ortopedia, Otorinolaringoiatria e Oculistica, scesi pure a venti. Conseguenza diretta, già annunciata dal direttore dell’Area vasta 4, Roberto Grinta, sarà la riduzione delle sedute operatorie, con la garanzia della sole urgenze. Di questo e della fatica che fanno gli operatori sanitari a barcamenarsi s’è parlato ieri pomeriggio nell’incontro tra sindacati e Av4. Per i primi, oltre ai confederali, c’erano i rappresentanti delle categorie sanitarie. Per la seconda, insieme a Grinta, il direttore del personale e quello delle professioni sanitarie.


Le sostituzioni
Burocrazia che rallenta le sostituzioni e sanitari sospesi perché non vaccinati (35, di cui una ventina tra infermieri e oss), che si sommano a quelli in malattia, maternità o congedo, per i sindacati, le ragioni della crisi del “Murri”. E, considerando che attorno a ogni letto di Rianimazione Covid ruotano cinque tra infermieri e oss, i conti sono presto fatti. «Abbiamo ribadito le nostre posizioni – spiega il segretario della Cisl, Giuseppe Donati –, e cioè che l’emergenza non può ricadere sempre e solamente sugli operatori». Quelli sospesi perché non vaccinati resteranno a casa senza stipendio fino al 15 giugno prossimo, a meno che, nel frattempo, non si mettano in regola. Nel frattempo, in ospedale la situazione è critica. Oltre ai cinque ricoverati in Rianimazione, ieri c’erano ventuno pazienti Covid in malattie infettive. Con la riorganizzazione in atto, il reparto diretto da Giorgio Amadio potrà accoglierne al massimo altri dieci. Poi, scatterà il piano c, cioè la riapertura di Medicina Covid, con altri posti da recuperare. «Letti che si riducono – dice il segretario della Cgil Fp, Roberto Lanfranco – significa sospensione della attività programmate, cioè tornare alla situazione degli anni scorsi, con l’aggravante che lì eravamo impreparati perché era tutto nuovo, mentre stavolta dovevano essere preparati, capire quello che stava succedendo e organizzarci di conseguenza». Una boccata d’ossigeno sta arrivando dal rinnovo dei contratti a tempo determinato in scadenza a fine anno. Una trentina tra infermieri e oss, i primi prorogati di sei mesi, i secondi di tre.


I turni impossibili


«Un palliativo per prendere tempo – lo definisce Donati –, mentre si cerca di reperire personale dalle graduatorie e da Asur, ma restano forti carenze a causa di scelte regionali incongrue sulla spesa per il personale». E non finisce qui. Perché, da giovedì prossimo, saranno sospesi i turni notturni degli oss di Medicina multidisciplinare e del Dipartimento materno-infantile, con «un preoccupante abbassamento del tempo assistenziale». Personale che sarà dirottato in Malattie infettive e in Medicina, dove i pazienti aumentano giorno dopo giorno.

 

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Corriere Adriatico