Il solettificio Vafra si riconverte alla produzione di mascherine: «Quante richieste per quelle da bambino»

Porto sant'Elpidio, il solettificio Vafra si riconverte alla produzione di mascherine: «Quante richieste per quelle da bambino»
PORTO SANT’ELPIDIO - Completare le pratiche burocratiche, far fronte alla pioggia di richieste per le mascherine da bambino, organizzare la rete vendita e perfino stare in...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
PORTO SANT’ELPIDIO - Completare le pratiche burocratiche, far fronte alla pioggia di richieste per le mascherine da bambino, organizzare la rete vendita e perfino stare in guardia dai furti. La vita dell’imprenditore riconvertito alle mascherine non è così semplice. Marco Funari e Sara Cimadamore gestiscono il solettificio Vafra.


LEGGI ANCHE:
Coronavirus, altri 11 morti in un giorno, tra loro un papà di 43 anni. Nelle Marche 845 vittime

Coronavirus, incrementate le forniture: migliaia di tamponi per Ascoli e Marche Nord


Sono stati tra i primi a puntare sulla riconversione produttiva e non si sono rassegnati davanti al percorso ad ostacoli della burocrazia. Ora sono all’ultimo step e attendono che dall’Inail arrivi il via libera per commercializzare i dispositivi di protezione individuale, mentre l’Istituto Superiore della Sanità ha già dato il via libera per la produzione di mascherine chirurgiche. Un percorso iniziato oltre un mese fa, quando è scoppiata la crisi sanitaria Coronavirus in Italia. Il solettificio ha macchine e personale in grado di produrre mascherine e la riconversione è agevole e rapida.
 
«Abbiamo impiegato tempo per mettere a punto il prodotto perché volevamo che la riconversione non fosse durata solo qualche mese. Volevamo realizzare una mascherina in grado di reggere la concorrenza cinese sia per la qualità e sia per il prezzo» ci dicono i due imprenditori che si sono messi a studiare le varie normative e quando ricevono la telefonata dell’Istituto Superiore della Sanità sono preparati. «L’interlocutore mi ha indicato la strada giusta da seguire» ci dice Marco che lunedì ha ricevuto la risposta positiva dei test di laboratorio che ora invierà all’Inail, unico ente in grado di autorizzare la commercializzazione dei famosi DPI, le mascherine FFP2 e FFP3. Costi totali sostenuti circa 5.000 euro e un grande ringraziamento ai dipendenti che hanno appoggiato il progetto. «Abbiamo provato la mascherina a mio figlio di 8 anni ed, ovviamente, è risultata troppo grande. Così abbiamo realizzato una baby mascherina colorata. Abbiamo postato il prodotto su Facebook e da qualche giorno piovono molte richieste tant’è che stiamo cercando dei punti vendita» ci dicono Marco e Sara. Quale futuro e come? «Abbiamo 15 dipendenti e le prospettive sul fronte calzaturiero, almeno per adesso sono francamente poche. Non avrei potuto assicurare subito il lavoro per tutti i dipendenti e avrei atteso nuovi ordini. Con le mascherine abbiamo cercato di darci un futuro. Abbiamo una struttura flessibile anche dal punto di vista dell’immobile. Oggi possiamo produrre mille mascherine al giorno ma potremmo aumentare se arriveranno gli ordini. In futuro magari potremmo impiegare qualche addetto per la divisione calzaturiera e qualche altro per le mascherine».
La disavventura

Qualche giorno fa Marco e Sara hanno dovuto fare i conti con un furto. Ignoti si sono introdotti nell’azienda, hanno rubato un mouse, una tastiera, un monitor, alcuni prototipi di mascherine e 50 mascherine. I ladri hanno trovato le chiavi di una Citroen C3 con la quale si sono allontanati. L’auto è stata poi ritrovata qualche ora dopo a Lido Tre Archi. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico