PORTO SAN GIORGIO - Il Coronavirus è entrato nella Rsa di Porto San Giorgio. Due anziani ospiti e due operatrici delle Gaetanine sono risultati positivi al Covid-19. Ieri...
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Gli altri – in tutto una sessantina tra anziani, operatori e suore – sono risultati negativi. Oggi i «possibili sospetti» saranno sottoposti a un secondo tampone. La notizia ha colto tutti di sorpresa, visto che finora, fatta eccezione per qualche caso isolato, il virus era rimasto fuori dalle strutture per anziani della provincia. La decisione di blindare, già dagli inizi di marzo, le residenze, stoppando le visite di parenti e famigliari, aveva sortito l’effetto sperato. Ma qualcosa, a Porto San Giorgio, dev’essere andato storto. E ora c’è solo da sperare che l’infezione non si diffonda.
«L’attenzione sui possibili contagi all’interno di tutte le strutture convenzionate è altissima», rassicura il direttore dell’AV4, Licio Livini. Finora sono state dieci quelle sottoposte ai controlli. I tamponi a ospiti e personale sono risultati tutti negativi, tranne i quattro delle Gaetanine. Dove, fa sapere Livini, «è partita immediatamente l’azione di intervento, con il Dipartimento di prevenzione e servizio professioni sanitarie che hanno provveduto a mettere in isolamento i positivi». L’Area Vasta sta anche verificando la dotazione di dispositivi di protezione individuale della struttura. «Da una prima verifica verbale con la responsabile, i presidi ci sono. Sarebbero scarsi solamente i camici, ma per il momento li hanno. Poi li forniremo noi», spiega il direttore dell’AV4. L’esito dei secondi tamponi si avrà tra un paio di giorni. Nel frattempo, la vita nella casa di riposo gestita dalle Povere figlie di San Gaetano proseguirà regolarmente. Gli ospiti, però, non potranno condividere gli spazi comuni, mentre saranno aumentate le attività di sanificazione. Gli operatori continueranno ad andare e venire, a seconda dei turni. Cosa che il sindaco Nicola Loira avrebbe volentieri evitato. «Avrei preferito chiudere la struttura per quattordici giorni, tenendo dentro il personale che avrebbe dato disponibilità, così da limitare al massimo il rischio di contagio». Procedura, invece, applicata a Montefalcone Appennino, dove, dopo che un ospite è risultato positivo, la struttura – molto più piccola, per la verità – si è completamente isolata per due settimane. Per Porto San Giorgio, l’Asur ha deciso diversamente. «Ho sempre cercato di informarmi – prosegue Loira –, per verificare che nella struttura le procedure fossero seguite con attenzione e non mancasse niente. Mi dispiace che sia successo proprio adesso, quando i dati, per il nostro Comune, parlano di un nettissimo miglioramento. Speriamo solo che non sia il segno di una recrudescenza del virus, che i casi restino circoscritti e non siano una scintilla che faccia riesplodere la situazione». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico