Cena anti Dpcm al ristorante, multe Covid anche ai clienti. Ma nessuno paga: pioggia di ricorsi

Montegranaro, cena anti Dpcm al ristorante, multe Covid anche ai clienti. Ma nessuno paga: pioggia di ricorsi
MONTEGRANARO - Passate due settimane dalla multa al ristorante Villa Bianca di Montegranaro che per protesta aveva deciso di tenere aperto a cena, nei giorni scorsi sono...

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MONTEGRANARO - Passate due settimane dalla multa al ristorante Villa Bianca di Montegranaro che per protesta aveva deciso di tenere aperto a cena, nei giorni scorsi sono cominciate ad arrivare nelle case dei fermani che quella sera erano a mangiare lì multe da 400 euro. E’ la cifra prevista dalla legge. Il 15 gennaio era fioccato il verbale per il ristoratore che aveva aderito alla protesta #ioapro, tenendo aperto il locale per contestare le chiusure imposte dai decreti del presidente del Consiglio. In questi giorni a quella multa se ne sono aggiunte 25, quelle dei commensali.

 

Anche per loro 400 euro da pagare. Tutti stanno facendo ricorso. Si preparano movimenti di popolo, non più solo manifestazioni di piazza. Le persone sono sul piede di guerra: «Stanno calpestando i nostri diritti, questo è abuso di potere» fa sapere chi ha aderito alla protesta, anche se si sapeva a cosa si andava incontro.

La serata

Quella sera si erano presentati 7-8 agenti nel locale di Montegranaro, avevano ripreso le persone sedute ai tavoli con la telecamera, avevano chiesto i documenti e, a chi chiedeva spiegazioni, rispondevano «semplici controlli». I poliziotti hanno fatto il loro lavoro, ma adesso gli avvocati sono intenti a predisporre strategie per la difesa. Nei gruppi organizzati in chat scrivono professionisti incaricati di dar battaglia nel Fermano, movimenti in linea con quelli di altri gruppi di altre province in altre regioni. Uno scontro campale è previsto per il 10 febbraio. Protestano costa ed entroterra, ristoratori e clienti con azioni congiunte. Nascono associazioni di persone contro le decisioni governative.

La zona gialla

Secondo gli esercenti, il passaggio da zona arancione a gialla non aiuta, o aiuta solo in parte, chi deve comunque chiudere alle 18. Insostenibile andare avanti in queste condizioni. Sondando l’umore dei ristoratori si capisce che i soldi ricevuti non coprono minimamente le spese, la gente è allo stremo. Lunedì a Civitanova c’è stato il flash mob di Confartigianato Ascoli-Fermo-Macerata. Il referente fermano Piero De Santis dice che ne erano un centinaio perché pioveva, potevano essercene di più: «Abbiamo messo 985 candele a rappresentare la differenza tra attività iscritte e cessate nel 2020, la differenza è meno 985, in prospettiva arriveremo a meno 3mila imprese quest’anno. Nella mia attività abbiamo perso tra il 50 e il 55% di fatturato, 600mila euro, abbiamo ricevuto dallo Stato 26.800 euro. Abbiamo 4mila euro di spese fisse al mese senza lavorare. I ristori non coprono il 10% delle spese. Vogliamo riaprire la sera fino alle 23, nel rispetto dei protocolli di sicurezza». Per De Santis diversamente tra pochi mesi sarà il tracollo dell’economia. Ci si è messa pure la crisi di governo a rimescolare le carte in tavola: «Non abbiamo neanche qualcuno con cui interloquire, le zone a colori sono una presa in giro e l’economia sta andando a rotoli. Oggi mi sono arrivate pure le disdette delle comunioni di maggio», la chiosa.

 

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Corriere Adriatico