MONTEGIORGIO - Mara ripartirà oggi. Elisa è arrivata da qualche giorno. La prima cosa che hanno dovuto fare è stato pulire la stalla del maiale. Poi, hanno...
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Mara, che è di Monza, ha 37 anni e s’è portata dietro il cane Moka, è stata la prima. È arrivata due settimane fa. La fattoria, adagiata su una collina tra Montegiorgio e Monte Vidon Corrado, l’ha scoperta attraverso l’associazione WWoof Italia. Per lei, era la prima volta alle prese con zappe e mangimi. «Volevo mettermi alla prova – dice –, capire se c’è un’alternativa alla vita di città e se questa potrebbe essere quella che fa per me. Lo consiglio a tutti. Aiuta a capire davvero tante cose».
L’esperienza
Elisa, 22enne milanese, aveva già fatto un paio di esperienze simili. «Mi piace molto. Per la prima volta ho visto com’è fatta una noce quand’è ancora sull’albero e i meloni crescere nei campi. Ero vegana, ma ho capito che, a mangiare uova di gallina tenute così bene, non c’è niente di male». Il sistema funziona. Gli ospiti vivono in casa con Pier Luigi che, la mattina e il pomeriggio, li porta in campagna. Lì, spiega e dà consigli. Quello che non ha studiato sui libri, l’ha imparato dagli anziani del posto. Elisa e Mara non si tirano indietro. Stivaloni di gomma ai piedi, estirpano erbacce e danno da mangiare agli animali. Polli e anatre, conigli e pecore. Pure un maiale, due cani e un gatto. E le api, altra passione del giovane che ha deciso di fare della campagna la sua vita.
La terra
Poi c’è la terra, che è fatica e sudore, soddisfazione e delusione. «L’altro giorno, il vento forte ha spezzato le piante di mais. Ci è molto dispiaciuto», raccontano le giovani. A cui presto se ne alterneranno altre. Le prenotazioni arrivano fino a tutto agosto. Sono soprattutto ragazze, «più motivate rispetto ai ragazzi», spiega Pier Luigi che adesso vorrebbe ristrutturare la vecchia casa dei nonni e farci un agriturismo. Nel Fermano, è arrivato sette anni fa. Anzi, è tornato, perché i suoi sono originari di Falerone. Una decisione drastica, la sua, di cui, però, non si è mai pentito. «Ho capito – dice – che non potevo restare a Roma. Non era il più mio posto. Troppo tempo perso per spostarsi da una parte all’altra, troppa confusione. Qui ho trovato la mia dimensione». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico