Fermo, dimesso il paziente uno dall'ospedale Murri: «Ma la battaglia sarà ancora lunga

Fermo, dimesso il paziente uno dall'ospedale Murri: «Ma la battaglia sarà ancora lunga
FERMO - Il nome scritto sulla schiena perché, dietro le tute bianche, gli occhiali di plastica e le mascherine, è difficile riconoscersi. La voce sempre alta che...

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FERMO - Il nome scritto sulla schiena perché, dietro le tute bianche, gli occhiali di plastica e le mascherine, è difficile riconoscersi. La voce sempre alta che arriva attutita da strati di tessuto. I segni rossi sul viso dopo turni lunghissimi. Fatica e paura, ottimismo, grinta e una convinzione: ce la faremo. All’ospedale Murri, la vera battaglia contro il Coronavirus si combatte nel reparto di Rianimazione. Sedici medici e quaranta infermieri, ogni giorno, tengono in vita i pazienti più gravi. I ricoverati ora sono 14. Ieri è stato dimesso il “paziente uno”, il primo fermano positivo al Covid-19. È stato trasferito in una struttura post-critica. Una videochiamata alla famiglia prima di lasciare l’ospedale e l’ansia di queste settimane che un po’ si scioglie. Ma il ricambio tra contagiati è lentissimo e i letti presto potrebbero non bastare più. 


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«È una malattia lunga, dura due o tre settimane. Abbiamo ancora pazienti ricoverati da inizio mese». A parlare è Luisanna Cola, primario di Terapia intensiva del Murri. Nessuno dei sanitari che dirige è stato contagiato. Centoventi finora i tamponi eseguiti sul personale dell’ospedale, tutti negativi. In pochi giorni il reparto è passato dai cinque posti letto iniziali a 14. Presto se ne aggiungeranno altri cinque. Nell’ex Utic è stata allestita una sala operatoria per i positivi. Nell’ex Obi dodici letti semintensivi. Ma, se gli infermieri sono stati recuperati un po’ qua e un po’ là, i medici scarseggiano. Uno è stato richiamato dalla pensione ed è arrivata una specializzanda. Troppo pochi. In tutto l’ospedale i contagiati sono ormai un centinaio.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico