Fermo, più servizi e meno ricavi per le farmacie: «Ma è boom per gli antidepressivi»

Fermo, più servizi e meno ricavi per le farmacie: «Ma è boom per gli antidespressivi»
FERMO - In farmacia aumentano i servizi ma calano i ricavi. Tra aprile e i primi giorni di giugno le farmacie presenti nella provincia di Fermo hanno incassato il 12% in meno...

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FERMO - In farmacia aumentano i servizi ma calano i ricavi. Tra aprile e i primi giorni di giugno le farmacie presenti nella provincia di Fermo hanno incassato il 12% in meno rispetto all’analogo periodo di un anno fa. Un calo più marcato rispetto al dato medio regionale (-10%) e nazionale (-7%). Mentre le farmacie situate nei centri storici dei paesi sono riuscite a limitare le perdite, quelle di passaggio, localizzate lungo le principali vie di comunicazione, hanno subito riduzioni di fatturato anche del 40%. Sono i dati più recenti raccolti da Iqvia che testimoniano come, pur restando aperte durante il periodo del lockdown, le farmacie siano state colpite economicamente dalla pandemia Covid-19.


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«Due i fattori principali: la riduzione degli ingressi e il drastico calo delle ricette» ci spiega Marco Lunerti, rappresentante rurale Federfarma per la provincia di Fermo e vice presidente dell’Ordine dei farmacisti di Fermo-Ascoli Piceno. «In generale, durante questo periodo abbiamo visto un notevole incremento delle vendite di ansiolitici e antidepressivi e un aumento delle richieste di farmaci per la cura delle patologie a carico dell’apparato digerente».
 
«Viceversa, le patologie leggere sono scomparse per cui, tendenzialmente, si è preferito curare somministrando farmaci più incisivi, in genere antibiotici. Il consumo di questo tipo di farmaci è comunque sceso così come quello di farmaci generici e altri. Con spostamenti limitatissimi, scuole e aziende chiuse, sono state registrate meno malattie e meno virus e di conseguenza meno richiesta di farmaci» osserva Lunerti.

Nel periodo di lockdown e più in generale della pandemia Covid-19, restando sempre aperte e a disposizione della popolazione, le farmacie hanno reso un servizio al cittadino, non adeguatamente remunerato (come dimostrano i dati) e che è costato anche sacrifici dal punto di vista di contagiati e, purtroppo, anche di vittime. Un servizio che è proseguito con la distribuzione delle mascherine e che prevede ora la possibilità che le farmacie diventino sportelli Cup per la prenotazione di analisi e visite specialistiche del servizio sanitario nazionale. Un impegno importante.

«Un servizio che probabilmente partirà nel prossimo mese di luglio per volontà della Regione Marche, in accordo con Federfarma Marche» commenta Lunerti che prosegue: «Le farmacie stanno diventando sempre più parte attiva del sistema sanitario. Con la possibilità di prenotare in farmacia ci sarà una maggiore velocità nell’ottimizzazione delle visite che dovrebbe portare ad una riduzione dei tempi di attesa. Inoltre, il cittadino potrà disporre, a pagamento, di alcuni servizi aggiuntivi come il ritiro dei referti ed altro». Un altro nuovo servizio partirà a breve: la farmacia distribuirà anche i farmaci ospedalieri. In questo modo il cittadino non dovrà più recarsi necessariamente in ospedale. Il servizio partirà non appena l’Asur divulgherà le modalità operative.


E le mascherine? «Non ci sono più problemi: sono disponibili e di ogni prezzo. Anche per i dispositivi di protezione individuale i prezzi seppur più alti rispetto al periodo pre-Covid-19 per effetto del mercato restano ragionevoli. Il problema di oggi è la mancanza di guanti, prodotto che non ha avuto le stesse attenzioni della mascherina da parte del Governo», conclude Lunerti. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico